Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/312

306

grido d’allarme: Alle tue tende, Israele! A centinaia e migliaia sono sparsi nella Persia, nell’Egitto, nell’Africa, nei mercati d’occidente, nella Spagna ed a Londra, nella Grecia e nelle isole, sul Ponto e qui in Antiochia, e nella stessa maledetta città dei sette colli. E’ un corteo di nazioni, è una selva di spade che attende l’avvento del Re.» —

Le parole furono profferite con fervore ed ispirazione. Sopra Ilderim fecero l’effetto d’uno squillo di tromba. — «Oh se mi ritornasse la mia gioventù!» — egli gridò balzando in piedi.

Ben Hur non si mosse. Egli comprendeva che questo discorso mirava ad invitarlo a sacrificare tutta la sua vita e la sua fortuna al servizio dell’Essere misterioso nel quale si concentravano le speranze di Simonide come quelle dell’Egiziano. L’idea, come abbiamo veduto, non era nuova, ma gli era venuta ripetutamente, dopo le parole di Malluch, dopo la cena con Balthasar; ma aveva urtato contro ostacoli, e non si era ancora mutata in una risoluzione certa. Ora non più. Una mano maestra era venuta a raccogliere la vasta trama, ad ordinarne le fila. Quelle parole alate ebbero sopra di lui l’effetto come se una porta invisibile si fosse improvvisamente spalancata, inondandolo di un fascio di luce, schiudendogli tutto un nuovo splendente avvenire, in cui il sogno della sua vita, quel sogno careggiato fra le catene e sul remo, e nelle palestre di Roma, trovava il suo posto e prometteva di avverarsi. Un ultimo dubbio rimaneva.

— «Ammettiamo tutto quanto tu dici, o Simonide, che cioè il Re verrà e il suo regno sarà come quello di Salomone. Supponiamo anche che io sia pronto a mettere me stesso e le mie ricchezze al suo servizio; di più, che le vicende della mia vita, e la vasta fortuna da te accumulata siano state davvero ordinate da Dio a quello scopo; dovremo noi forse lavorare alla cieca? Dobbiamo aspettare l’arrivo del Re? Ch’egli mi chiami? Tu hai l’esperienza dell’età. Rispondi.» —

Simonide rispose senza esitare.

— «Non abbiamo altra scelta, nessuna. Questa lettera» — così parlando estrasse il messaggio di Messala — «è il segnale della lotta. Noi non siamo abbastanza forti per resistere l’alleanza di Messala con Grato; ci mancano l’influenza a Roma e la forza qui. Essi ti uccideranno se aspetti. Vedi nella mia persona qual’è la loro misericordia.» —