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CAPITOLO V.
Lo sceicco aspettò, ben soddisfatto, finchè Ben Hur, ebbe terminate le esercitazioni del mattino.
— «Questo pomeriggio, o sceicco, potrai riprenderti Sirio» — disse Ben Hur, accarezzando il collo del vecchio cavallo. — «Lo puoi riprendere, e darmi il cocchio.» —
— «Così presto?» — chiese Ilderim.
— «Con cavalli come i tuoi basta una giornata. Non hanno paura; hanno l’intelligenza di un uomo, ed amano l’esercizio. Questo, egli scosse le redini sul dorso al più giovine dei quattro, — tu lo chiamasti Aldebran, credo, — è il più veloce. In un giro di stadio avanzerebbe gli altri di tre lunghezze.» —
Ilderim si lisciò la barba, con gli occhi scintillanti.
— «Aldebran è il più veloce» — disse. — «E il più tardo?» —
— «Eccolo.» — Ben Hur scosse le redini sopra Antares. — «Ma egli vincerà, perchè, vedi, sceicco, egli correrà tutto il giorno, e in sul calar del sole potrà raggiungere la sua massima velocità.» —
— «Hai nuovamente ragione» — disse Ilderim.
— «Io ho un solo dubbio, o sceicco.» —
Lo sceicco si fece serio.
— «Nella sua avidità di trionfare, un Romano transige anche con l’onore. Nei loro giuochi, — in tutti i loro giuochi, praticano una infinità di tranelli e di frodi; nelle gare dei cocchi, la loro furfanteria non risparmia nè i cavalli, nè l’auriga, nè il padrone. Quindi, buon sceicco, bada bene a quanto tu fai. Finchè la gara non sia terminata, non lasciare che nessun estraneo si avvicini ai cavalli. Per esser più sicuri, fa di più; — metti una guardia armata che li invigili notte e giorno. Allora non avrò paura per l’esito.» —
Alla porta della tenda smontarono.
— «Ciò che tu dici sarà fatto. Per lo splendore di Dio, nessuna mano dovrà avvicinarsi a loro tranne quella dei fedeli. Stanotte medesima porrò le sentinelle. Ma guarda, figlio di Arrio,» — Ilderim estrasse il plico dalla cintura e