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dimmi, non vi fu mai un tempo nella tua vita in cui il rispondere a una simile domanda sarebbe stato per te un delitto?» —
— «Per lo splendore di Salomone, sì» — rispose IIderim. — «Il tradire se stessi è talora maggior delitto che non il tradimento della propria tribù.» —
— «Io ti ringrazio buon sceicco!» — esclamò Ben Hur. — «La tua risposta mi rivela che tu cercavi di garantirti contro le pretese di un ignoto, e non già di indagare le vicende della mia povera vita.» —
Lo sceicco s’inchinò e Ben Hur proseguì:
— «In primo luogo io non sono Romano, come il mio nome parrebbe indicare.» —
Ilderim afferrò la sua barba con ambe le mani e fissò il suo compagno con gli occhi scintillanti argutamente sotto le ciglie contratte.
— «In secondo luogo» — continuò Ben Hur, — «io sono Ebreo, della tribù di Giuda.» —
La sceicco alzò un poco le ciglia.
— «E non basta. Sceicco, io sono un Ebreo, a cui i Romani hanno fatto un torto, a petto del quale il tuo è un dispetto da fanciulli.» —
Il vecchio si tirava la barba con velocità nervosa, e gli occhi sembravano chiusi.
— «Ancora: io giuro a te, Ilderim sceicco, io giuro sul Patto che Dio strinse coi miei padri, che se tu mi darai la vendetta che io cerco, l’oro e la gloria saranno interamente per te.» —
Ilderim aperse gli occhi, sollevò la testa, sorrise. La soddisfazione gli si leggeva in ogni tratto del volto.
— «Basta!» — egli disse. — «Se nelle parole dette dalla tua lingua si nasconde una menzogna, nemmeno Salomone la potrebbe scovare. Io credo che tu non sia Romano e che, quale Ebreo, abbia un torto da vendicare sopra i Romani, e su questo punto basta. Ma quanto alla tua destrezza? Quale esperienza hai tu nelle gare dei cocchi? E i cavalli — puoi piegarli al tuo volere, fare che essi ti conoscano, ti amino? Sai tu con una parola spingerli al galoppo, alla carriera? E poi nell’ultimo momento, dalle profondità della tua anima comunicar loro il fremito della vittoria, spronarli all’ultimo supremo sforzo? Questo dono, mio figlio, non è concesso a tutti. Per lo splendore di Dio, io conobbi un Re che dominava un milione d’uomini, e non sapeva guadagnarsi il rispetto di un cavallo. In-