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Intorno alle tempia del loro duce pendeva una ghirlanda che lo indicava come anfitrione della festa trascorsa. In questi il vino non aveva fatto impressione, se non fosse per aumentare la rara bellezza del suo volto, del più puro tipo Romano.

Camminava a testa alta: il sangue gli imporporava le labbra e le gote; gli occhi scintillavano, e dalle pieghe della candida toga e da tutto il portamento della persona spirava un’aura regale.

Nell’avvicinarsi al tavolo si fece largo fra la folla, spingendo a destra e sinistra chi gli ingombrava il cammino, con la massima noncuranza e senza chiedere scusa; quando finalmente si arrestò chinandosi sopra i giuocatori, tutti si voltarono a lui con un grido altissimo:

— «Messala! Messala!» —

I più lontani fecero eco a quel grido. I gruppi si sciolsero, tavoli e giuochi furono abbandonati, e tutti fecero circolo intorno a lui.

Messala accolse questa dimostrazione con la massima indifferenza, e procedette immediatamente a dare un saggio dei metodi che gli avevano acquistata tanta popolarità.

— «Salute, a te, Druso, mio amico,» — disse ad un giuocatore alla sua destra. — «Salute, e dammi un momento le tue tavolette.» —

Guardò la superficie cerata delle tavolette, e le annotazioni di giuoco, poi le buttò sdegnosamente sul tavolo.

— «Denarii, soltanto denarii, — la moneta dei carrettieri e dei beccai!» — disse con un riso di disprezzo. — «Per l’ebbra Semele, come è decaduta Roma, se un Cesare passa le sue notti pregando la Fortuna che gli conceda di vincere un denario!» —

II discendente dei Drusi arrossì fino ai cappelli, ma gli spettatori coprirono la sua voce, stringendosi intorno al tavolo con grida di: «Messala, Messala!» —

— «Uomini del Tevere» — continuò Messala, — «strappando un bossolo di dadi dalle mani di un giuocatore.» — «Chi è il più favorito dagli Dei? Il Romano. Chi è il legislatore delle nazioni? Il Romano. Chi è, per diritto di spada, il padrone del mondo?» —

La compagnia era facilmente esaltata, e il pensiero di supremazia espresso da Messala era loro famigliare fin dalla nascita. Esclamarono in coro:

— «Il Romano, il Romano!» —

— «Eppure, eppure, vi è qualche cosa di superiore al Romano.» —