Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/233


227

della gioia esultante e che terminò in uno scroscio di risa — poi riprese rivolto alla figlia — «Che ti pare di me. Ester? devo proprio essere invaso dalla passione dei cantori e dai fremiti di Miriam e di Davide! Nella mia mente di lavoratore, che solo dovrebbe accogliere cifre e fatti, regna in questo momento un frastuono di cimbali, d’arpe e di grida di gente affollata attorno ad un trono. Basta, voglio provarmi a non pensarci più per ora, però senti, cara mia, quando il Re verrà egli avrà bisogno di denari e di uomini, perchè, come nato da donna, egli è al postutto un uomo, e pertanto obbligato a seguire vie umane, come te e come me. Pel denaro gli occorreranno procuratori e custodi e per gli uomini avrà d’uopo di duci. Non vedi tu quale orizzonte si schiude a me ed al giovane nostro padrone, qual messe di gloria e di vendetta ci attende, e poi, e poi....» — qui s’arrestò come colpito dall’egoismo d’una visione nella quale la sua diletta figlia non aveva parte alcuna, e concluse baciandola — «e poi, qual messe di felicità per la figlia di tua madre!» —

Essa non disse una parola. Allora il vecchio si risovvenne della diversità della loro natura e della legge per la quale ciò che è causa di gioia o di timore per gli uni non sempre lo è per gli altri. — La sua compagna non era che una fanciulla.

— «A che pensi Ester?» — le chiese riprendendo il tono di voce che gli era abituale. — «Qualunque sia il tuo desiderio, dimmelo finchè è ancora in mia facoltà di appagarlo — il potere nostro lo sai, è incostante. Domani può essere troppo tardi.» —

Essa gli rispose con ingenuità quasi infantile:

— «Mandalo a chiamare, padre. Manda questa stessa notte, non lasciarlo andare al Circo!» —

— «Ah!» — sospirò il padre, e di nuovo percorse collo sguardo il fiume ormai debolmente rischiarato dalle stelle, essendosi la luna nascosta dietro il monte Sulpio.

Dobbiamo dirlo, lettore? Un’acre gelosia rodeva Simonide. Ch’essa già amasse il giovane padrone? no, ciò non poteva essere, ell’era troppo giovane! Ciononostante non gli riusciva di liberarsi da quell’idea che continuava a pungerlo. La ragazza aveva sedici anni. Egli lo ricordava bene. L’ultimo anniversario della sua nascita erasi recato con lei nel quartiere ov’era una nave da varare; la bandiera gialla della nuova nave portava il nome di Ester, e così avevano assieme festeggiato quel giorno. Ep-