Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
207 |
— «Per Pallade, sei pur bella! Bada che Apollo non ti scambii pel suo perduto amore. Sarei curioso di sapere qual paese può vantarsi d’averti per figlia. Non torcere lo sguardo. Il sole d’India è riflesso nei tuoi occhi e l’Egitto ha impresso sulle tue gote i segni d’amore. Per Polluce, non preoccuparti di colui, bella incognita, prima d’aver perdonato a questo schiavo che prega ai tuoi piedi.» —
La giovane donna lo aveva interrotto per chiamare d’un cenno Ben Hur, il quale le si appressò:
— «Ti prego, prendi la coppa e riempila» — gli disse — «mio padre ha sete.» —
— «Ti servirò con piacere» — rispose il giovine, e rivolgendosi per rendere il chiesto servizio si trovò faccia a faccia con Messala. I loro sguardi s’incrociarono: quello dell’Ebreo era provocante, mentre gli occhi del Roniano altro non esprimevano che una beffarda bonarietà.
— «Bella straniera, altrettanto crudele quanto bella» — continuò Messala con un saluto della mano — «se Apollo non ti rapisce nel frattempo, mi rivedrai. Non conoscendo il tuo paese non so a qual Dio raccomandarti, cosicchè, per tutti gli Dei! non mi resta che a raccomandarti a me stesso.» —
Visto che Mirtilo aveva acquetati i cavalli e che li teneva pronti per la partenza, risalì sul cocchio. La donna lo seguì collo sguardo, nel quale invero non si leggeva alcuna espressione di risentimento, poscia ricevette la coppa e la passò al padre che gliela restituì dopo aver bevuto un sorso; allora anch’essa vi appressò le labbra, e poi tendendola con un gesto pieno di grazia a Ben Hur, disse con ineffabile dolcezza:
— «Tienla, te ne preghiamo! essa è piena di benedizioni per te.» —
Il cammello fu fatto alzare e stava per muovere di là quando il vecchio chiamò Ben Hur.
Questi gli si avvicinò rispettosamente.
— «Tu hai oggi reso un gran servigio a uno straniero» — disse.
— «Non v’è che un Dio solo e nel suo santo nome io ti ringrazio. Mi chiamo Balthazar, l’Egiziano. Nel grande Orto delle Palme, oltre il villaggio di Dafne, lo sceicco Ilderim il Generoso ha piantate le proprie tende e noi siamo suoi ospiti. Vieni colà a chiedere di noi. Vi troverai il benvenuto della riconoscenza.» —
Ben Hur rimase meravigliato della voce chiara e della dignità di quel vecchio venerando.