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glia dirmi:» — pensò Ben Hur — «Non ho paura di te. La legge che governa questi luoghi è l’Amore.» — Sì, l’incanto del bosco gli appariva ormai chiaro; ne fu contento, e decise di unirsi alla schiera dei perduti di Dafne. Incaricato della custodia dei fiori e degli arbusti, cercando lo sviluppo delle miti bellezze di quei luoghi, non potrebbe egli, come l’uomo del falcetto, rinunciare ai triboli della vita, rinunciarvi dimenticando e dimenticato?
Ma il suo sangue Ebraico si ribellò a questo progetto. L’incanto di Dafne poteva bastare a certa gente; sarebbe stato sufficiente per lui? L’amore è delizioso, ah sì, massime dopo tante sofferenze che egli aveva provate, ma era poi tutto nella vita, tutto?
Una profonda differenza correva fra di lui e quegli spensierati seguaci di Dafne. Essi non avevano doveri, non potevano averne avuti mai, mentre egli...
— «Dio d’Israele!» — gridò a voce alta, balzando in piedi con le guancie infocate — e Madre, Tirzah! Maledetto il luogo, maledetto il pensiero, che mi distacca da voi!» —
A passi precipitati uscì dal boschetto degli aromi, e pervenne ad un corso d’acqua dagli argini murati, sopra il quale metteva un ponte; vi salì e da questo vide una serie di ponti, ciascuno di foggia diversa dagli altri, prolungantisi infinitamente seguendo i molteplici meandri del fiume. L’acqua limpida, profonda e tranquilla sotto di lui, un poco più in giù si gettava rumorosa e spumeggiante da un banco di scogli, formando una piacevole cascata. Il paesaggio che si stendeva davanti ai suoi occhi era incantevole: ampie vallate e colline ondeggianti con boschi, laghi, edifici fantastici, collegati gli uni con gli altri da bianchi sentieri, e scintillanti torrenti. I prati erano verdi ed ingemmati di fiori; qua e là greggi di pecore candide brucavano l’erba. I loro belati, le voci e i canti dei pastori si udivano tratto tratto portati dal vento. Sopra ogni sommità sorgevan altari a cielo scoperto, ognuno dei quali era servito da una figura bianco-vestita, e ai quali traevano numerose processioni di persone pure vestite di bianco. Quali misteri dovevano celarsi in un quadro così meravigliosamente bello! Lentamente Ben Hur ricuperò la padronanza de’ suoi pensieri e si scosse dalla specie di estasi in cui era caduto.
Una rivelazione gli balenò tutto ad un tratto alla mente. Allora soltanto si accorse che il bosco era tutto un tempio, un tempio vastissimo senza mura nè tetto!