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La risposta era nella sua lingua nativa. Ben Hur guardò sorpreso lo sconosciuto.
— «Un Ebreo?» — gli chiese.
L’individuo rispose con un sorriso rispettoso.
— «Nacqui a pochi passi dalla piazza di Gerusalemme.» —
Ben Hur era sul punto di continuare il discorso, quando, un improvviso movimento della folla lo spinse da una parte e trascinò in un’altra direzione il suo interlocutore. La solita veste, una tela bruna in capo, legata con una corda gialla, ed un volto ebraico pronunciatissimo, fu quanto Ben Hur potè ricordare dello sconosciuto.
Era arrivato a un punto ove i sentieri cominciavano a internarsi nei boschi e offrivano pertanto una favorevole occasione per staccarsi dall’assordante processione. Ben Hur non tardò ad approfittarne.
Incominciò col penetrare in una folta boscaglia, canora pei canti di molti uccelli. I cespugli erano, o in fiore, o portavano frutti. Al piede degli alberi si stendeva un soffice tappeto erboso, mentre piante di gelsomini e d’edera si arrampicavano su tralci, ricadendo dai rami in forma di pergolato. L’aria era pregna dei profumi della siringa-persica, della rosa, del giglio, del leandro, della fragola, e, perchè nulla mancasse alla felicità delle ninfe e delle najadi, un ruscelletto serpeggiava lentamente frammezzo ai fiori.
Procedendo oltre lo salutò il grido del piccione e il tubare delle tortorelle; alcuni merli non si mossero neppure al suo avvicinarsi e un usignuolo rimase tranquillamente al suo posto, quantunque egli passasse a un braccio di distanza dal ramo su cui posava. Una quaglia, seguita dai suoi piccini, lo precedeva saltellando. Essendosi fermato un istante per non spaventarli, vide improvvisamente sbucare da una siepe una forma umana, trasalì. Gli era dato veramente di vedere un satiro? Osservò più attentamente, e la suggestione del luogo essendosi dissipata, rise fra di sè, vedendo un innocente agricoltore che teneva in mano un falcetto da potar viti. La pace senza il timore, era questo l’epitome e il significato del tempio di Dafne!
Sedette all’ombra di un cedro, le cui radici grigiastre pescavano in parte nell’acque di un ruscello. Il nido d’una cingallegra si specchiava nelle limpide onde, e la cingallegra stessa, facendo capolino, lo fissava negli occhi, come esprimendo un muto invito. — «Sembra che vo-
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