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Dinanzi a lui in direzione di sud ovest si diramavano gli innumerevoli sentieri di un giardino, il quale, si mutava più in là in una foresta, sulla quale, in quel momento, aleggiava una nube di un leggero vapore turchino. Ben Hur contemplava il panorama, pensoso ed incerto, quando una donna vicino a lui esclamò: «Bellissimo spettacolo! ma dove si deve andare adesso?» — Un uomo col capo cinto di bacche d’alloro e che la accompagnava, rise e rispose: «Bellissima barbara! La tua domanda mi sa di paura terrena, e abbiamo convenuto di lasciare questi pensieri in Antiocchia. I venti che qui soffiano sono l’alito degli Dei. Abbandoniamoci ad essi.» —
— «Ma se ci smarrissimo?» —
— «Oh, paurosa! nessuno si è mai perduto in Dafne eccetto quelli sui quali le sue porte si sono chiuse per sempre.» —
— «E chi son costoro?» chiese la donna tuttora conturbata.
— Son quelli che si sono abbandonati al fascino del luogo e lo hanno scelto a dimora per la vita e per la morte. Ascolta! Fermiamoci qui, e ti mostrerò quelli di cui parlo.» —
Sul marmoreo pavimento risuonò uno stropiccìo di piedi calzati di sandali; la folla si aprì e lasciò l’adito ad un gruppo di ragazze, le quali, accerchiati i due interlocutori, intonarono un canto; indi agitando i tamburelli cominciarono a ballare. La donna, sbigottita, s’aggrappò all’uomo, il quale, cintale la vita con un braccio, acceso in volto, batteva coll’altro il tempo della musica. I capelli delle danzatrici svolazzavano liberamente e le loro membra rosee s’intravvedevano sotto le vesti di garza che imperfettamente le coprivano. Non è concesso alla parola il descrivere la voluttà di quella danza.
Dopo un breve giro si aprirono un varco nella sala e scomparvero rapidamente come erano venute.
— «Che te ne pare?» — chiese l’uomo alla sua compagna.
— «Chi son desse?» — chiese a sua volta la donna.
— «Devadasi — sacerdotesse dedicate al Tempio d’Apollo. Ve ne sono eserciti. Sono esse che cantano in coro nelle feste. Questa è la loro dimora. Qualche volta visitano altre città, ma tutto quanto raccolgono è portato qui ad arricchire la casa del divino cantore. Dobbiamo andare?» —
Ben Hur, lieto di sapere che nessuno s’era mai perduto