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— «Ti ascolto.» —
— «Allora giura. Per gli Dei...» —
— «No, tribuno, io sono Ebreo.» —
— «Per il tuo Dio, allora, o secondo la formola più sacra della tua fede, giura che tu farai ciò che io dico. Dammi la tua parola.» —
— «Nobile Arrio, la tua voce mi ammonisce che tu stai per chiedermi cosa di grave momento. Esponi dapprima il tuo desiderio.» —
— «Prometterai?» —
— «Non lo posso prima di sapere ciò che vuoi, e... Benedetto sia il Dio dei miei padri! Ecco una nave!» —
— «Da qual direzione?» —
— «Dal Nord» —
— «Poi riconoscere la sua nazionalità da qualche segno esteriore?» —
— «No. Ho servito ai remi» —
— «Porta una bandiera?» —
— «Non ne vedo.» —
Arrio rimase silenzioso qualche tempo, pensando.
— «Continua la sua rotta verso di noi?» — chiese finalmente.
— «Sì.» —
— «Guarda se vedi la bandiera.» —
— «Non ne ha.» —
— «Nessun altro segno?» —
— «Ha la vela spiegata, ha tre ordini di remi, e corre con grande velocità. Non vedo altro.» —
— «Una nave Romana dopo una vittoria sarebbe coronata di molte bandiere. Deve essere una galera nemica. Ascoltami» — disse Arrio, abbassando ancor più la voce.
— «Ascoltami, finchè posso ancora parlare. Se la galera appartiene ai corsari, la tua vita è salva; forse non ti renderanno la libertà; forse ti porranno ancora al remo, ma non ti uccideranno. D’altra parte io....
Il tribuno esitò.
— «Per Pol!» — continuò risolutamente. — «Io sono troppo vecchio per sopportare il disonore. Devi dire a Roma che Quinto Arrio, andò a picco colla sua nave, in mezzo ai nemici, come si conveniva a un tribuno Romano. Questo devi dire. Se la galera si rivela una nave corsara, spingimi giù dalla trave e lasciami annegare. Mi intendi? Giurami che lo farai.» —