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La battaglia si andava allontanando. La resistenza s’era mutata in fuga. Ma chi erano i vincitori? Ben Hur comprendeva che la sua libertà e la vita del tribuno dipendevano dalla risposta. Adagiò il Romano sulla trave e aspettò. L’alba veniva lentamente. Egli ne seguiva il sorgere con una grande speranza, ma anche con timore. Che cosa gli avrebbe essa portato? Se i pirati avessero vinto, la vita del Romano era perduta.
Finalmente la luce sorse in tutta la sua potenza. A sinistra vide la terra, ma troppo lontana per potervi arrivare a nuoto. Qua e là sul mare altri naufraghi come lui galleggiavano aggrappati a rottami. In alcuni punti masse nere e fumanti ingombravano il verde delle acque. A destra, molti cubiti distanti, una galera giaceva sopra il suo fianco, la vela a brandelli, i remi inerti. Più lontano potevasi scorgere delle piccole macchie che si movevano, forse navi che fuggivano o che s’inseguivano, forse uccelli marini dalle ali bianche.
Un’ora passò in questo modo e la sua angoscia crebbe. Se il soccorso tardava, Arrio poteva morire. Qualche volta sembrava già morto nella sua fredda immobilità. Gli tolse l’elmo dal capo, e con grande difficoltà gli sciolse anche la corazza. Il cuore batteva leggermente. Questo segno aumentò le speranze di Ben Hur, che, più fiducioso, si dispose all’attesa.
CAPITOLO VI.
Il riaversi dallo stato di quasi annegamento è un processo più lungo e più doloroso che non l’annegare medesimo, e Ben Hur provò un intensa gioia quando Arrio fu finalmente in grado di articolare qualche parola. Dopo le prime domande intorno al luogo dove si trovava e come era stato salvato, il pensiero del tribuno corse subito all’esito della battaglia. Il dubbio intorno alla battaglia stimolava la sua intelligenza e contribuì a ristabilirlo in forze come pure l’obbligato riposo a cui lo astringeva la breve superfice della trave. Fra poco potè parlare continuamente.
— «La nostra salvezza dipende dall’esito della battaglia. Io riconosco ciò che tu hai fatto per me. Tu mi hai sal-