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centrale erano disposti serbatoi d’olio, e proiettili incandescenti, pronti ad essere lanciati sopra il nemico. Altri fanali furono accesi; apprestate secchie d’acqua per servire in caso d’incendio. I rematori di ricambio stavano schierati davanti al capo ed erano custoditi da alcune guardie. Ben Hur, che fortunatamente si trovava fra essi, tendeva l’orecchio al rumore degli ultimi preparativi e vedeva i marinai che ammainavano le vele, spiegavano le reti, caricavano le macchine, e appendevano gli scudi di cuoio ai parapetti della nave. Quindi un profondo silenzio si fece sulla galera, un silenzio pieno di incerta paura e di attesa.

Un ordine fu dato sul ponte e comunicato attraverso un boccaporto al capo degli schiavi. I remi si arrestarono di colpo.

Che cosa significava ciò?

Ciascuno dei centoventi schiavi incatenati ai banchi si fece questa domanda. Non erano animati da alcun sentimento di amor di patria, da alcun senso d’onore o di dovere. Provavano soltanto il fremito di uomini che una forza cieca e inesorabile spinge incontro ad un pericolo. Il più ottuso di essi si fece questa domanda, ma nessuno pensava a ciò che ne poteva derivare per loro. Incatenati ai banchi, la vittoria non avrebbe che ribadito le loro catene; mentre, in caso di disastro, incendiata o mandata a picco la nave, ne dividevano la sorte.

Ma Ben Hur pensava ad altro. Un suono come un tuffo di molti remi nell’acqua intorno a lui, attirò la sua attenzione. L’Astraea dondolava come in mezzo ad onde che si urtavano da parti opposte. Gli balenò l’idea che una grande flotta fosse vicina, una grande flotta che manovrasse, che si preparasse probabilmente all’attacco. Il sangue gli bollì nelle vene a quel pensiero.

Un altro ordine fu dato sul ponte. I remi si tuffarono nell’acqua e la nave riprese lentamente il suo cammino. Non un rumore si udiva a bordo, non un rumore veniva dal mare, eppure ogni uomo nella cabina si preparò istintivamente all’urto; la nave medesima sembrava averlo intuito e rimaneva silenziosa.

Finalmente un sonoro e prolungato squillo di tromba sul ponte ruppe il silenzio. Il capo abbassò il martello, e i rematori, chini sui remi, raddoppiarono i loro sforzi. La nave si slanciò innanzi, tremando come una creatura animata. Altre trombe si unirono al clamore, quali a destra e a sinistra, quali di dietro; nessuna suonò