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lati della quale erano adorni di figure di Tritoni soffianti in conchiglie marine.
Sotto la prua, infissa nella chiglia e spingentesi infuori, sotto il livello del mare, era il rostrum, ordigno di legno rinforzato ed armato di ferro, che in battaglia adoperavasi come un ariete.
Una poderosa cornice, artisticamente scolpita partendo dalla prua abbracciava tutta la lunghezza della nave, e, sorpassando la coperta, serviva di baluardo. Sotto la cornice correva un triplice ordine di vani, ciascuno protetto da uno scudo di cuoio, dai quali si scorgevano i remi, sessanta per ciascun lato. La prora torreggiante era inoltre ornata di caducei, mentre due corde, raccolte ai fianchi, segnavano il numero delle ancore assicurate sul ponte di trinchetto.
La semplicità dell’attrezzatura rivelava che la nave si affidava principalmente al lavoro dei remi. L’albero, piantato bene innanzi, era assicurato da spranghe e gomene agli anelli fissi alle pareti interne del baluardo. Il sartiame era quello strettamente necessario per manovrare l’unica grande vela rettangolare e l’antenna da cui dipendeva.
Eccettuati i marinai, che erano saliti per ammainare la vela ed indugiavano ancora fra le sartie, un sol uomo era visibile sul ponte, presso la prora, completamente armato, con elmo, spada e scudo.
Le centoventi lame di quercia, che le onde e le frequenti puliture di pomice avevan rese bianche e lucenti, si alzavano e cadevano come mosse da una mano sola, e spingevano innanzi il battello con la velocità di un vapore moderno.
Così rapido, e, apparentemente, così temerario, era il corso della nave, che gli amici del tribuno se ne spaventarono. Improvvisamente l’uomo a prua tese la mano con un gesto speciale; tosto tutti i remi si alzarono, si librarono un istante nell’aria, poi caddero verticalmente.
L’acqua si agitò spumeggiando intorno ad essi, e la galera ebbe un tremito, e s’arrestò come atterrita. Un altro gesto della mano, e i remi si alzarono di nuovo, ma, questa volta, quelli di destra, spinsero avanti, mentre i remi di sinistra, avanzando verso la prua, lavorarono contr’acqua. Tre volte i remi ripeterono questa manovra. La nave girò come su un cardine; poi, favorita dal vento, approdò dolcemente al molo.
Una tale mossa mise in vista la poppa, con tutti i suoi ornamenti. V’erano dei tritoni come quelli di prua;