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coraggiosi. Io sarò il tuo eroe, ma tu devi indicarmi il cammino per divenirlo. Tu conosci la legge: — «Ogni figlio di Israele deve avere una occupazione.» — Io non sono esente dalla legge, e domando ora: Devo occuparmi degli armenti, o coltivare i campi, o segar legna, o diventare dottore od avvocato? Che cosa devo essere? Cara, buona mamma, aiutami a rispondere.» —

— «Gamaliele ti ha forse tenuto un discorso,» — essa osservò, pensierosa.

— «Se è così, io non lo intesi.» —

— «Allora sei andato a passeggio con Simeone, il quale, mi dicono, eredita l’ingegno della sua famiglia.» —

— «No, io non l’ho veduto. Io sono stato sul Mercato e non nel Tempio. Ho fatto visita al giovane Messala.» —

Un certo cambiamento nella sua voce, attirò l’attenzione della madre. Un presentimento affrettò i battiti del suo cuore; il ventaglio si arrestò di nuovo.

— «Messala? E che cosa potè egli dirti per turbarti così?» —

— «Egli è molto mutato.» —

— «Vuoi dire che è ritornato Romano.» —

— «Sì.» —

— «Romano!» — essa continuò, quasi fra sè. — «Per tutto il mondo, questo significa tiranno! Quanto tempo è rimasto assente?» —

— «Cinque anni.» —

Essa alzò il capo e guardò lontano, nella notte.

— «I costumi della Via Sacra vanno bene nella strade dell’Egiziano e in Babilonia; ma in Gerusalemme, nella nostra Gerusalemme, impera il Patto.» —

E assorta in questo pensiero, ricaddè indietro sui cuscini. Egli fu il primo a parlare.

— «Ciò che disse Messala fu abbastanza mordace in sè; ma, se aggiungi il modo in cui si espresse, alcuni dei suoi detti furono intollerabili.» —

— «Credo di intenderti. Roma, i suoi poeti, i suoi oratori, i suoi senatori, i suoi cortigiani, sono pazzi per l’affettazione di ciò che essi chiamano satira...» —

— «Io suppongo che tutti i grandi popoli siano orgogliosi,» — egli proseguì, senza badare all’interruzione; — «ma l’orgoglio di quel popolo è diverso da ogni altro. In questi ultimi tempi è cresciuto a tal misura che appena ne sfuggono gli Dei.» —

— «Gli Dei ne sfuggono!» — riprese la madre. — «Più