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— È di prima forza, diceva ella al suo cavaliere, quello a cui aveva concesso i valzer, lo spiritoso epigrammatico. Udite, udite il fascino di queste note. E poi tutta roba nuova; io non ho mai udito nulla di simile.
— È un genio che darà scaccomatto a Strauss. Oh, ma ecco il Bacio d’Arditi: questo si che può dirsi un bacio!
E la briosa coppia, come se avesse davvero desiderio di provare tutta la voluttà di quel bacio, si slanciò in vorticoso giro.
Ma il brutto si fu che, dopo poche battute, la musica s’arresto.
— Che cos’è? — disse il cavaliere di Nina. — È un bacio che muore su le labbra.
— Che cos’è? — esclamò Nina sorpresa, — Ah... ah... Ecco Gemma!
E, sciogliendosi dalle braccia del suo cavaliere, andò incontro all’amica.
Gemma era una di quelle bellezze, che all’entrare in una sala fanno succedere un’istante d’inesplicabile silenzio. Gli sguardi degli uomini che s’incontrano, quasi interrogandosi a vicenda; uno stordimento passeggiero che avvolge i sensi; quella nube di profumi inebrianti, che emana al passaggio d’una bella