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di S. Dionigi, e tutti si voltarono verso di lui; perchè forse era quella la prima volta, che facesse udire la sua voce.

— Si, si, duca, è venuto il maestro, — disse Nina.

— Dov’è questo maestro?

— Eccolo lì, — aggiunse il giovane spiritoso, — s’è piantato come un palo sotto la porta... un maestro per bene!...

— Quello è il maestro? sembra impossibile: un aspetto così elegante, così sentimentale!

— Suonerà elegantemente, sentimentalmente.

Il duca s’inchinò innanzi a Nina.

— Posso avere l’onore di chiederle il primo lanciere?

— Il primo è impossibile, sarà il terzo.

— La ringrazio lo stesso.

Ed aveva davvero un elegante aspetto quel maestro dei ballabili... ma che c’è di strano, come se una giubba ed un pajo di calzoni neri non possano stare del pari a pennello, tanto addosso ad un maestrucolo, quanto addosso al marchese B o al duca C? — Sta a vedere!

Errico, quella sera, per la prima volta si presentava in una società sotto quell’onorevole titolo di maestro; quindi, a dirvela in due parole, sembrava