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— E perchè?
— Li balli così bene!
— Trovi?
— Oh, altro! — interruppe il bel giovane: — Se Strauss la conoscesse, le innalzerebbe una piccola statua d’oro e la metterebbe, — la statua non lei, — sul suo piano forte, come una musa ispiratrice.
Nina sorrise di compiacenza.
Il complimento ti è andato a genio? — osservò la brunetta, con un sorriso furbo.
— Trovo ch’è nuovo, se non altro. — E poi, vedi, preferisco servire di musa ispiratrice ad uno Strauss ch’essere la Laura d’uno sdolcinato Petrarchino qualunque: che vuoi, quistioni di gusto!
Gli occhietti della brunetta sfavillarono più del solito. — Tutti volsero il capo, aspettandosi una risposta pungente che rivelasse qualche segretuccio; ma furono disillusi.
— Ed ha ragione la signorina Nina, esclamò il bel giovine, lisciandosi le punte dei suoi mostaccetti, quasi andasse in cerca d’una nuova scioccheria da spifferare. — Sicuro, Monna Laura doveva avere molta pazienza per sopportare le moine di quell’incorreggibile canonico. — E dire che la storia non ci parla di nessun valzer ballato da loro due;