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Nina guardò negli occhi il duca che in quel momento s’era avvicinato. — Il duca sorrise, crollando il capo con un movimento grave ed uguale.
— Oh, oh! Gemma viene tardi, tardi assai! — aggiunse ella poi, — e viene solo un momento, di passaggio; perchè deve andare dalla Principessa. Eh! adesso bisogna far poco conto su Gemma; ella s’è slanciata nel gran giro.
— L’ho vista stamattina da Madame Fass, — disse una brunetta dal nasino un po ’ puntuto, dagli occhietti sfavillanti una certa rabbietta maliziosa, — Nina, dovevi vedere che toeletta!
— Oh, sta cheta, chi può dir male delle toelette di Gemma?
— Già, già, è vero, — ripigliava la brunetta; ma vedi, quell’aria di voler dire: io non voglio parere più una signorina, mi dà un pochetto su i nervi.
— Ma fammi il piacere... dove la vedi quest’aria?
— No, sai che cosa è, Manetta? — entrò su a dire una dolce biondina, che soleva spargere il miele della concordia in tutte le questioni. — Gemma ha uno aspetto un po’ troppo imponente per signorina; ella, non volendo, pare una piccola matrona.
— Uhm! questa tua matrona poi non ha che una statura regolarissima, un dito o due dita forse più alta