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come un valzer di Strauss, un sorriso spensierato, come l’idea della fugacità su la terra... movimenti... oh, movimenti flessuosi ed eleganti...movimenti pieni di dolce abbandono e d’energia repentina, da far pensare alla mazurca nel suo più alto ideale. Ecco, com’era fatta la signorina Nina.
Era proprio bella, divinamente bella; ma però più la sera che il mattino, ed è naturale: il mattino la danza stona un poco.
Quella sera poi qualche cosa d’insolito, di strano si passava in lei. Ella non stava ferma un minuto; alle amiche mostrava una cert’aria di mistero; non rispondeva ad alcune interrogazioni che quelle le dirigevano. Più d’una volta fu veduta sotto il braccio d’una magnifica bionda, sua solita confidente, uscire nella stanza attigua e trattenervisi con lei per più d’una mezz’ora. Questa condotta insolita faceva fare a tutte le altre signorine mille supposizioni in aria, faceva imaginare certe cose, che poi non erano tanto lontane dal vero; e più d’una si preparò a tenerle il broncio, mormorando che quello non si chiamava avere dell’amicizia; perchè, fra giovanette, si devono confidare subito certi segreti.
Più d’una volta poi fu veduto il duca di S. Dio-