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nessuna parte... io mi sento soffocare chiuso fra le pareti mussite di questa stanzetta: ho bisogno d’aria... di luce!...
— Ma che cos’hai, Errico, — ripetè la giovanetta, con un sentimento di paura, facendoglisi d’appresso, con quell’atteggiamento angelico di volto, con cui una donna sembra dire ad un uomo: «Vieni; confidati a me; versa nel mio cuore tutti i tuoi affanni: io son pronta a lenire le tue trafitture col balsamo del mio affetto.» E si deve avere proprio un’animo molto chiuso per rifiutarsi.
— Nulla, nulla, Maria; mi sento un po’ nervoso, questa sera: ecco tutto. — Ho fatto una lunga passeggiata; ho anche ideato una specie di coro di voci notturne... ma ogni ispirazione è forza che s’estingua nell’anima mia.
— Perchè dici questo, Errico?... forse perchè il Cielo non volle darti tutti quei mezzi, che spianano agli altri la via dell’arte? Ma che importa, Errico! esso t’ha dato tanto ingegno da poter supplire alla mancanza di questi mezzi materiali; t’ha dato la volontà, ch’è compagna dell’ingegno...
— Maria, Maria... per carità, non parlarmi del mio ingegno!... perchè vuoi rendermi triste, mentre son preparato andarmi a divertire?
Alliata — Vuoto |
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