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Nel finir questo racconto Zenoide pianse nuovamente. Candido asciugò le sue lacrime, e disse per consolarla — Tutto è per lo meglio, signorina; poichè se il vostro signor padre non moriva avvelenato, ei sarebbe stato infallibilmente scoperto; e gli avrebbero tagliata la testa: la vostra signora madre ne sarebbe certamente morta di dolore, e noi non saremmo in questa capanna, ove le cose van molto meglio, che ne’ più be’ castelli possibili. — Ah! signore, rispose Zenoide, mio padre non ha detto mai che tutto fosse per lo meglio. Noi apparteniamo tutti a Dio che ci ama, ma che non ha voluto allontanar da noi le cure divoratrici, le malattie crudeli, i mali innumerabili che affliggon l’umanità: nasce il veleno in America accanto alla China China: il più felice mortale ha sparso delle lacrime: dal mescuglio dei piaceri e delle pene risulta quel che si chiama vita, cioè un tratto di tempo determinato, sempre troppo lungo agli occhi del saggio, che deve impiegarsi a fare il bene della società, nella quale ei si trova per godere le opere dell’Onnipotente, senza ricercarne follemente le cagioni: a regolare la sua condotta sul testimone di sua coscienza, ed a rispettare in ispecie la sua religione. O felice chi può seguirla! Ecco quel che spesso diceami il mio rispettabile padre. Venga il malanno, aggiungeva egli, a quegli scrittori temerari che cercano di penetrare nei secreti dell’Onnipotente. Su questo principio, che Dio vuol essere rispettato dalle migliaia di atomi a’ quali ha dato l’essere, hanno gli uomini unito chimere ridicole a verità rispettabili. Il dervis dai turchi, il bramino in Persia, il bonzo in China, il talapuino nell’Indie, rendon tutti un differente culto alla divinità, ma essi godono la quiete dell’anima nelle tenebre ove sono immersi; e chi volesse dissiparle, renderebbe loro un cattivo uffizio. Non è un voler bene agli uomini, il sottrarli dall’impero del pregiudizio.

– Voi parlate come un filosofo, disse Candido: vorrei sapere, mia bella signorina, di qual religione siate. — Io sono stata allevata nel luteranismo,rispose Zenoide: questa è la religione del mio paese. — Tutto ciò che avete detto, riprese Candido, è un tratto di luce che mi ha colpito: io provo per voi un mondo di stima e di ammirazione... Come può darsi che regni tanto spirito in sì bel corpo? In verità. signorina, io vi stimo e vi ammiro a un segno.... Candido borbottava ancor qualche parola, e Zenoide avvedendosi della sua agitazione, lo lasciò. Ella evitò da quell’istante in poi di trovarsi sola con lui, e Candido cercò di trovarsi solo con lei, o d’esser solo affatto. Egli era immerso in una melanconia, che aveva per lui del diletto; amava con trasporto Zenoide; e volea dissimu-