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parte seconda. 87


Così dicendo la lappona gli salta al collo; Candido la respinge con orrore; ella grida, e viene suo marito accompagnato da più lapponi. — Cos’è questo baccano? dissero eglino. — Egli è, disse il piccolo essere, che questo forastiero... ah, mi soffoca il dolore nel dirlo! egli mi disprezza. — Che sento? disse il marito lappone: incivile, disonesto, brutale, infame, furfante, tu copri d’obbrobrio la mia casa: tu mi fai l’ingiuria più grave; tu ricusi di dormir, com’è l’usanza del paese, con mia moglie! — Eccone un’altra! dice il nostro eroe; che avreste voi dunque detto se io avessi dormito con lei? — Io ti avrei desiderato ogni sorta di prosperità, risponde il lappone in collera, ma tu non meriti che la mia indignazione. Così dicendo scaricò sul dorso di Candido un fracco di bastonate. Le ceste furono sequestrate dai parenti della sposa offesa, e Candido, temendo di peggio, si vide costretto a fuggirsene, e rinunziare per sempre al suo buon padrone, perchè come poteva ardire di presentarsi a lui senza danaro, senza grasso di balena e senza ceste?

CAPITOLO X.

Candido continua i suoi viaggi. Nuove avventure.

Camminò Candido lungo tempo senza saper dove dirigersi; prese finalmente la risoluzione di portarsi in Danimarca; dove avea inteso dire che le cose andavano molto bene. Si trovava ancora qualche po’ di denaro regalatogli dall’armeno, e con questo modesto peculio lusingavasi di finire il viaggio. La speranza gli rese sopportabile la miseria, ed egli passò qualche momento tranquillo. Capitò un giorno in un’osteria con tre viaggiatori; che gli parlavano con calore del pieno e della materia sottile. — Benissimo, dicea fra sè Candido; questi son filosofi. — Signori, diss’egli loro, il pieno è incontrastabile: non v’è vuoto nella natura, e la materia sottile è benissimo immaginata. — Voi siete dunque cartesiano, dicono i viaggiatori. — Senza dubbio, risponde Candido, e, quel ch’è più, seguace di Leibnitz. — Tanto peggio per voi, soggiungono i viaggiatori; Cartesio o Leibnitz non avevano senso comune. Noi altri siamo neuttoniani, e ce ne gloriamo, e se si disputa, è solamente per affondarci ne’ nostri sentimenti, e siamo tutti d’un istesso parere. Cerchiamo la verità sulle tracce di Newton, perchè siamo persuasi che Newton è un grand’uomo. — Anco Cartesio, anco Leibnitz, anco Pangloss, disse Candido, son grandi uomini, che non cedono a un altro. — Voi siete un bell’impertinente, amico caro, replicarono i filosofi;