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parte seconda. 81

ebbe rammarico di aver camminato nel sentiero del più saggio degli uomini, et invenit amariorem morte mulierem.

Con questi sentimenti cristiani Candido passava la sua oziosa tranquillità, passeggiando per le strade di Sus. Ecco che un cavaliere superbamente vestito gli salta al collo chiamandolo per nome. Con questi sentimenti cristiani Candido passava la sua oziosa tranquillità, passeggiando per le strade di Sus. Ecco che un cavaliere superbamente vestito gli salta al collo chiamandolo per nome. — Sarebbe possibile! grida Candido. Signore, sareste voi... No, non è possibile; ma pure, v’assomigliate tanto... signor abate perigordino. — Son io, risponde l’abate di Perigord.

Candido allora fa tre passi indietro, e dice in tono commovente — Come siete felice, signor abate? — Bella domanda, risponde il perigordino: la piccola soperchieria che io vi feci non ha poco contribuito a mettermi in credito. La politica m’ha tenuto impiegato per qualche tempo, ed essendomi disgustato con essa, ho lasciato l’abito ecclesiastico che non m’era più buono a niente. Son passato in Inghilterra, dove le genti del mio mestiere son meglio pagate. Ho detto tutto ciò che io non sapevo del forte e del debole del paese che avevo abbandonato. Ho assicurato, soprattutto, che il francese è la feccia de’ popoli, e che il buon senso non risiede che a Londra; finalmente ho fatto un’illustre fortuna, e vengo a concludere un trattato alla corte di Persia, consistente in fare sterminare tutti gli europei, che vengono a cercare il cotone e la seta negli stati del sofì, con pregiudizio degli Inglesi. — L’oggetto della vostra commissione è lodabilissimo, dice il nostro filosofo, ma signor abate, voi siete un furfante; io non stimo punto i furfanti ed ho qualche credito alla corte: tremate, chè la vostra fortuna è giunta al suo termine: troverete la sorte che meritate. — Illustrissimo signor Candido, grida l’abate perigordino, gettandosegli ai piedi, abbiate pietà di me; io mi sono spinto al male con una forza irresistibile, come voi vi sentite portato alla virtù; presi quell’inclinazione fatale dall’istante che feci conoscenza col signor Valsp, e che lavorai ai foglietti. — Cosa sono questi foglietti?nota dicea Candido. — Sono, risponde il Perigordino, certi quinterni di settantadue pagine di stampa, ne’ quali si diverte il pubblico sul tuono della calunnia, della satira e della materialità. Un galantuomo che sa leggere e scrivere, non avendo potuto esser gesuita, come ha cercato per lungo tempo, si è messo a comporre quella bella operetta, per aver di che comperare de’ merletti a sua moglie,

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  1. Sono una trentina o una quarantina di giornali che si stampano a Parigi. Non son conosciuti che in Francia, dove hanno un gran corso fra il popolo d’ogni condizione. Voltaire fa la più acerba satira de’ suoi nemici letterari, senza pensare che egli scrisse di quei foglietti in propria lode, contro gli avversari con non minore acredine.