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64 candido o l’ottimismo

Appena che Candido fu nel vascello, saltò al collo del suo antico servo, del suo amico Cacambo: — Ebbene, gli disse, che fa Cunegonda? è ella sempre un prodigio di bellezza? mi ama ella sempre? come sta ella? Tu gli hai senza dubbio comprato un palazzo a Costantinopoli?

– Mio caro padrone, rispose Cacambo, Cunegonda rigoverna le scodelle sulle sponde della Propontide, in casa di un principe che ha pochissime scodelle; ella è schiava in casa d’un antico sovrano chiamato Ragotski, a cui il Gran Turco dà tre scudi il giorno, e l’asilo; ma ciò che è ben più tristo, si è che ella ha perduta la sua bellezza ed è diventata orribilmente brutta. — Ah! o bella o brutta, dice Candido, io son galantuomo, e il mio dovere è di amarla sempre; ma come mai può ella essersi ridotta in uno stato si miserabile co’ cinque o sei milioni che tu avevi portati? — Buono! dice Cacambo, non mi è abbisognato di dare due milioni al signor don Fernando d’Ibaraa y Figueora y Mascarenes y Lampourdos y Souza, governatore di Buenos-Aires, per ottenere Cunegonda? Ed un pirata non ci ha bravamente spogliati di tutto il resto? Questo pirata non ci ha egli condotti al capo di Matapan, a Milo, a Nicaria, a Samos, a Petra, a Dardanelli, a Marmora, a Scutari? Cunegonda e la vecchia servono quel principe, di cui vi ho parlato, ed io son schiavo del sultano detronizzato. — Che spaventevoli calamità concatenate le une alle altre! dice Candido; ma finalmente io ho ancora alcuni diamanti, e libererò facilmente Cunegonda. Ma è un peccato che sia divenuta sì brutta.

Indi rivolgendosi a Martino: — Chi pensate voi che sia più degno di compassione l’imperatore Acmet, l’imperatore Ivan, il re Carlo Odoardo, od io?

– Non lo so, risponde Martino, bisognerebbe che io fossi ne’ loro cuori per saperlo. — Ah, dice Candido, se fosse qui Pangloss ei lo saprebbe. — Io non so, ripiglia Martino con quali bilance il vostro Pangloss potrebbe pesare l’infelicità degli uomini e valutare i lor dolori; io son di sentimento che vi sieno de’ milioni d’uomini sulla terra da compiangersi molto più del re Carlo Odoardo, dell’imperatore Ivan e del sultano Acmet. — Potrebb’essere risponde Candido.

Arrivarono in pochi giorni sul canale del mar Nero. Candido cominciò dal riscattare Cacambo a caro prezzo e senza perder tempo, s’imbarcò sopra una galera co’ suoi compagni, per andare sulla riva della Propontide a cercar Cunegonda, per quanto brutta esser potesse.

Vi erano fra la ciurma due forzati che remavano malissimo, e a’ quali il padrone levantino applicava di tempo in tempo alcune nerbate sulle nude spalle. Candido, per