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parte prima. 43

Cacambo e molte dame. Non si poteva far miglior pasto, nè si poteva cenare con maggior gusto, di quel che ne provò il re. Cacambo spiegava le idee del re a Candido, e benchè tradotte, eran sempre concettose. Di tutto quel che maravigliava Candido questo non era il meno.

Essi passarono un mese alla Corte; Candido diceva sempre a Cacambo: «È vero, amico, che il paese ov’io son nato non ha nessun grado di comparazione col paese ove siamo, ma finalmente la bella Cunegonda non v’è, e voi ancora avrete senza dubbio qualche amante in Europa. Se noi restiamo qui non vi faremo maggior figura degli altri, invece se torniamo nel nostro mondo con dodici montoni carichi de’ ciottoli d’Eldorado, saremo più ricchi di tutti insieme i re: non avremo più inquisitori da temere, e potremo facilmente riprenderci la bella Cunegonda.

Piacque tal discorso a Cacambo; s’ha tanto gusto a gironzare e farsi valere fra i suoi, e far mostra di ciò che s’è veduto viaggiando, che i due fortunati si risolverono di più non esserlo, e di prender congedo da sua maestà.

– Voi fate una pazzia, disse loro il re: so bene che il mio paese è piccola cosa, ma quando si vive passabilmente in qualche luogo, bisogna restarvi; io non ho al certo il diritto di ritenere i forastieri; questa è una tirannia che non è nè secondo i nostri costumi, nè secondo le nostre leggi. Tutti gli uomini sono liberi; partirete quando vorrete, ma sappiate che l’escita è ben difficile. È impossibile di rivalicare il rapido fiume su cui siete qui giunti per miracolo, e che corre sotto a volte di scogliere. Le montagne che chiudono tutto il mio regno, hanno diecimila piedi d’altezza, e son diritte come muraglie; esse occupano in larghezza uno spazio di dieci leghe per ciascuna, e non si può discenderle che per precipizj. Per altro, giacchè volete assolutamente partire, io darò ordine agli intendenti di macchine di farne una che comodamente possa trasportarvi; ma quando sarete condotti a traverso le montagne nessuno vi potrà accompagnare; perchè i miei sudditi han fatto voto di non uscir giammai dal loro recinto, ed essi son troppo saggi per rompere il loro voto; pel resto chiedetemi tutto ciò che vi piacerà. — Noi non chiediamo a vostra maestà, disse Cacambo, che alcuni montoni carichi di viveri, de’ ciottoli o del terriccio del paese. — Il re rispose: Io non capisco, qual gusto abbiano le vostre genti d’Europa per la nostra mota gialla; ma portatevene quanta ne vorrete, e buon pro vi faccia.

Egli died’ordine in quell’istante a’ suoi ingegneri di fare una macchina per levar in alto, e calar fuor del regno i