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parte prima. 35

suita tedesco. Il vigilante Cacambo avea pensato a empir la valigia di pane, di cioccolata, di prosciutti e di alcune misure di vino. S’internarono co’ lor cavalli andalusi in una contrada incognita, dove non era vestigio di strada alcuna; finalmente si presentò loro una bella prateria, tramezzata di ruscelli. Ivi i nostri viaggiatori fan pascere i lor cavalli; Cacambo propone al suo padrone di mangiare, e glie ne dà l’esempio. — Come vuoi tu, dice Candido che io mangi del prosciutto, quando ho ammazzato il figlio del signor barone, e che mi vedo condannato a non riveder più la bella Cunegonda in tutto il tempo di vita mia? A che mi servirà il prolungare i miei giorni, s’io devo condurli lungi da lei nel rimorso, e nella disperazione? Che dirà il Giornale di Trevoux?1.

Così parlando, non lasciava però di mangiare. Il sole tramontava, quando i due smarriti sentirono alcune piccole strida, che parean di femmine; essi non sapevano se quelle strida eran di dolore, o di gioja; si alzaron precipitosamente con quella inquietudine, e con quello spavento che tutto inspira in un paese incognito. Quei clamori si partivano da due giovani, che leggermente correvano lungo la sponda della prateria, mentre due scimmie le mordevano alle spalle. Candido ne fu mosso a pietà; aveva egli imparato a tirare da’ Bulgari, ed avrebbe colpito una nocciuola in mezzo a un cespuglio, senza toccar le foglie; prende egli il suo fucile spagnuolo a due canne, tira e ammazza le due scimmie. — Dio sia lodato, mio caro Cacambo, io ho liberato da un gran periglio quelle due povere creature; se ho commesso un peccato ammazzando un inquisitore e un gesuita, io vi ho ben rimediato, salvando la vita a due giovani, saran forse due damigelle di condizione, e questa avventura ci può procurare gran vantaggi nel paese.

Volea più dire, ma restò colla parola in bocca quando vide quelle due giovani abbracciare teneramente le due scimmie, cadere piangendo su’ loro corpi ed empir l’aria di dolorose grida. — Io non mi aspettava un cuor tanto buono, disse finalmente a Cacambo, il qual gli replicò: — Voi avete fatto un bel servizio padron mio: avete ammazzato i due amanti di quelle damigelle. — I loro amanti! è possibile? Tu mi burli, Cacambo, come posso crederlo? — Mio caro padrone, interrompe Cacambo, voi vi fate sempre maraviglia di tutto; perchè ha egli a parervi strano che in qualche paese vi sieno delle scimmie che ottengano simpatie dalle dame? esse son un quarto d’uomo com’io sono un quarto di spagnuolo. — Ah, ripiglia Candido, mi sovviene d’aver inteso dire dal mio mae-

  1. Era il giornale dei Gesuiti.