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30 | candido o l’ottimismo |
setta; vorrete voi piccarvi d’una fedeltà a tutta prova? Voi siete stata oltraggiata da’ Bulgari; un ebreo e un inquisitore si sono succeduti. Le disgrazie danno de’ privilegi; ed io confesso, che se fossi ne’ vostri piedi non mi farei il minimo scrupolo di sposare il signor governatore, e di far la fortuna di Candido.
Mentre la vecchia così parlava con tutta la prudenza che viene dall’esperienza e dagli anni, si vide entrar nel porto un piccolo legno, che portava un alcade, e degli alguazil; ed ecco quel che era successo.
La vecchia aveva molto bene indovinato, che era questi un francescano conventuale, che avea rubato i danari e le gioje di Cunegonda nella città di Badajoz, quando in tutta fretta se ne fuggiva con Candido. Questo frate avendo voluto vendere alcune di quelle gioje a un giojelliere, furon da lui riconosciute per quelle dell’inquisitore, e il francescano aveva, prima di farsi impiccare, confessato d’averle rubate, indicando le persone e la strada ch’esse avean presa. La fuga di Cunegonda e di Candido era già nota, s’inseguirono fino a Cadice, e senza perder tempo si spedì un bastimento per tener lor dietro, ed era già questi nel porto di Buenos-Aires. Si sparse la nuova che era per sbarcarne un alcade, che veniva in traccia degli assassini di monsignore il grand’Inquisitore; e la vecchia prudente, vide in un istante quel che era da farsi. — Voi non potete fuggire, diss’ella a Cunegonda, e non avete nulla da temere. Non siete voi quella che ha ucciso l’inquisitore, e d’altra parte il governatore che vi ama non vi lascerà maltrattare; restate.
Corre immediatamente da Candido, e «fuggite, gli dice, fra un’ora vi bruceranno.» Non vi era un momento da perdere, ma come lasciar Cunegonda, e dove rifugiarsi?
CAPITOLO XIV.
Come Candido e Cacambo furono ricevuti da’ Gesuiti del Paraguai.
Candido aveva condotto da Cadice un servitore di quelli che trovansi in abbondanza sulle coste di Spagna e sulle colonie. Era questi un quarto di spagnuolo nato da un meticcio nel Tucuman, era stato chierico di coro, sagrestano, marinaio, frate, fattore, soldato e lacchè. Si chiamava Cacambo, e amava molto il padrone, perchè il padrone era un bell’uomo. Sellò egli immediatamente i due cavalli d’Andalusia, e «andiamo, disse al padrone, seguitiamo il consiglio della vecchia, partiamo e galoppiamo senza voltarci indietro.» — Oh mia cara Cunegonda, dicea Candido piangendo, ho io ad abbandonarvi adesso