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parte prima. | 21 |
e sopra tutto del bacio che dato vi aveva dietro un paravento quel giorno che io vi vidi per l’ultima volta. Ringraziai il cielo che a me si riconduceva per tante prove; e mi raccomandai alla mia vecchia, perchè si prendesse cura di voi, e vi conducesse a me più presto che si potesse. Ella ha eseguito a maraviglia la sua commissione, ho gustato il piacere indicibile di rivedervi, di ascoltarvi, di favellarvi. Dovete avere una fame terribile, io ho un grand’appetito, cominciamo a cenare.»
Eccoli tutti e due a tavola, e dopo la cena si ripongono a sedere, quando don Issaccar, un de’ padroni di casa, arrivò.
CAPITOLO IX.
Quel che successe di Cunegonda, di Candido, del Grand’Inquisitore e d’un Ebreo.
Questo Issaccar era un’ebreo il più collerico che si fosse seduto in Israelle dopo la schiavitù babilonese. — Ah cagna di Galilea, diss’egli, non ti basta l’inquisitore? Vuoi mettermi a parte anco con questo furfante?
In questo cava fuori un lungo pugnale di cui era sempre provvisto, e non credendo provveduto di alcun arme la sua parte avversa si avventa a Candido. Ma il nostro bravo Vesfalo che insieme coll’abito di tutto punto aveva ricevuto dalla vecchia una bella spada, mette mano addirittura, e benchè fosse d’un assai dolce costume, distende morto sul terreno l’israèlita ai piedi di Cunegonda.
– Santissima Vergine! grida ella, che sarà di noi? Un uomo ucciso in mia casa! Se vien la giustizia siamo perduti. — Se Pangloss non fosse stato impiccato, disse Candido, ci daria qualche buon consiglio in simile estremità; egli era un gran filosofo. In sua mancanza consultiamo la vecchia.
Questa era molto prudente, e mentre cominciava a dire il suo parere, eccoti che s’apre un’altra porticina. Era un’ora dopo mezzanotte, ed era il principio della domenica, giorno assegnato a monsignor inquisitore. Entra egli, e vede il frustato Candido colla spada in mano, un cadavere steso per terra, Cunegonda smarrita, e la vecchia a dar consiglio.
Ecco quel che in tal momento si presentò allo spirito di Candido, e come ei ragionò: «se questo sant’uomo grida soccorso mi farà bruciare infallibilmente e potria far l’istesso di Cunegonda. Ei mi ha fatto frustare senza pietà, egli è mio rivale, io ho già preso il verso a ammazzare, e non v’è da esitare un momento.» Questo ragionamento fu semplice e corto, e senza dar tempo all’Inqui-