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che mi han prodotto questi tormenti d’inferno, onde lacerar mi vedete...

Candido andò a gettarsi ai piedi del suo caritatevole anabattista Giacomo, e gli fece un ritratto sì vivo dello stato lacrimevole in cui era ridotto il suo amico, che non esitò punto quell’uomo da bene ad accogliere il dottor Pangloss, e a farlo guarire a sue spese. Altro non perdè Pangloss in questa cura, che un occhio e un orecchio. Egli avea buona mano di scrivere, e sapeva a perfezione far di conto. L’anabattista lo fece suo scritturale. In capo a due mesi essendo per affari del suo commercio obbligato di andare a Lisbona, condusse seco i due filosofi nel suo bastimento. Pangloss gli spiegò come il tutto era l’ottimo. Giacomo era d’un altro parere. — Bisogna, ei diceva, che gli uomini abbiano alquanto corrotta la natura, perchè non son nati lupi, e lupi divengono; Dio non ha dato loro nè cannoni da ventiquattro, nè bajonette, ed essi son fatti per distruggersi con bajonette e cannoni. Potrei metter su questo conto e i fallimenti e la giustizia che mette le mani su’ beni de’ falliti per defraudarne i creditori. — Tutto questo, replicava il guercio dottore, era indispensabile, e le sciagure particolari fanno il bene generale; talmente che più disgrazie particolari vi sono, più tutto è ottimo.

Nel tempo che ei ragiona l’aria si abbuja, si scatenano i venti da quattr’angoli del mondo, e il bastimento è assalito in vista del porto di Lisbona da orribile tempesta.

CAPITOLO V.

Tempesta, naufragio, terremoto e quel che avvenne di Pangloss, di Candido e dell'anabattista.

La metà de’ passeggieri, languidi, e affranti dalle indicibili angosce che il tentennìo d’un bastimento produce ne’ nervi e in tutti gli umori del corpo agitati in contrarie direzioni, non avea nemmeno la forza di mettersi in pena del suo pericolo; l’altra metà gettava delle strida, e innalzava preghiere. Eran lacere le vele, gli alberi spezzati, sdruscito il bastimento. Lavorava chi poteva, non vi era chi s’intendesse, non vi era chi comandasse. L’anabattista dava un po’ di ajuto alla manovra; egli era sul cassero; un marinajo furioso lo colpisce malamente, e lo distende sulla coperta, ma dal colpo che diede a lui ebbe egli stesso una scossa sì violente che cadde a capo riverso fuor del bastimento. Restava egli sospeso e abbriccato a un pezzo d’albero rotto. Il buon uomo di Giacomo corre al di lui soccorso, e l’ajuta a risalire, ma dallo sforzo che fece è precipitato egli nel mare in vista del