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12 | candido o l’ottimismo |
di parlar egli solo per un’ora di seguito in una grande assemblea sulla carità. Questo oratore guardandolo a traverso:
– Che venite voi a far qui? gli disse. Vi siete voi per la buona causa?
– Non si dà effetto senza causa, rispose Candido con tutta modestia; in tutto v’è una concatenazione necessaria, e un’ottima disposizione. È bisognato ch’io sia cacciato via d’appresso a Cunegonda, ch’io sia passato per le bacchette e bisogna ch’io accatti per mangiare finch’io possa guadagnarmelo. Tutto questo non poteva essere altrimenti.
– Amico, gli disse l’oratore, credete voi che il Papa sia l’Anticristo?
– Io non l’avevo ancora sentito dire, rispose Candido ma o lo sia o non lo sia, io non ho pan da mangiare.
– Tu non meriti d’averne, riprese l’altro, monello, birbante, vattene via e non mi venir mai più d’intorno.
La moglie dell’oratore fattasi alla finestra, e scorgendo un uomo che dubitava che il Papa fosse l’Anticristo, gli rovesciò addosso un pien... O cielo! a quale eccesso arriva nelle dame lo zelo di religione.
Un uomo che non era stato battezzato, un buon anabattista nomato Giacomo, vide l’ignominiosa e crudel maniera con cui trattavasi uno de’ suoi confratelli, una creatura bipede implume, la quale aveva un’anima; lo condusse in sua casa, lo nettò, gli diè del pane e della birra, gli fe’ presente di due fiorini, anzi volle insegnargli a lavorar nella sua fabbrica, alle stoffe di Persia che si fanno in Olanda. Candido inginocchiandosegli innanzi esclamava: «Il maestro Pangloss me l’aveva ben detto che in questo mondo tutto è per lo meglio; io sono infinitamente più commosso dell’estrema vostra generosità, che dell’asprezza di quel signore dal mantello nero e della sua moglie.»
Il giorno dopo andando a spasso s’imbatte in un accattone tutto coperto di bolle, cogli occhi smorti la punta del naso rosicchiata, la bocca storta, i denti neri, la voce affogata, tormentato da una tosse violenta, e che ad ogni nodo di tosse sputava un dente.
CAPITOLO IV.
Come Candido ritrova il suo antico maestro di filosofia il dottor Pangloss, e quel che ne segue.
Candido più commosso ancora di compassione che d’orrore, diede a quello spaventevole accattone i due fiorini che avea ricevuti da quell’uom dabbene dell’anabattista