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parte seconda. 103

giusto, poichè ella ha settant’un quarto di nobiltà, e voi non ne avete neppur uno. — Ah! dice Candido, tutt’i quarti del mondo senza la bellezza... La signora Cunegonda era molto brutta, quando io ebbi l’imprudenza di sposarla; ella è tornata bella, ed un altro vide i suoi vezzi; ella è tornata brutta, e volete che io le ridia la mano? No per certo, mio reverendo padre: rimandatela nel suo serraglio di Costantinopoli. Ella mi ha fatto troppo danno in questo paese. — Lasciati compungere, ingrato, disse Cunegonda, facendo contorsioni spaventevoli; non obbligare il signor barone, ch’è prete, ad ammazzarci tutti e due per lavare nel nostro sangue la sua vergogna. Mi credi tu capace d’aver mancato di buona voglia alla fedeltà che io ti doveva? Che volevi tu ch’io facessi in faccia a un padrone che mi trovava bella? Ecco il mio delitto, e questo non merita la tua collera. Un delitto più grave agli occhi tuoi è quello di averti rapito la tua amante, ma questo delitto deve darti prova del mio amore. Senti, mio caro Candido, se mai ritorno bella, se... ciò non sarà che per te, mio caro Candido: noi non siamo più in Turchia.

Questo discorso non fece molta impressione in Candido; ei chiese alcune ore per determinarsi sul partito che aveva a prendere. Il signor barone gli accordò due ore, durante le quali ei consultò il suo amico Cacambo. Dopo pesate le ragioni del pro e del contra, essi si determinarono a seguire il gesuita, e la sorella in Alemagna. Ecco che abbandonano l’ospedale, ed in compagnia si mettono in cammino, non già a piede, ma su buoni cavalli, che aveva condotti il baron gesuita, e arrivano sulle frontiere del regno. Un grand’uomo d’assai cattiva cera considera attentamente i nostri eroi. — È lui, diss’egli, porgendo gli occhi sopra un pezzetto di carta: signore, s’è lecito, non vi chiamate voi Candido? — Si signore, così mi han sempre chiamato. — Me lo figuravo signore; in fatti voi avete le ciglia nere, gli occhi al pari della fronte, le orecchie d’una mediocre grandezza, il viso tondo e colorito, e per quanto pare, dovete essere di cinque piedi e cinque pollici d’altezza. — Sì, signore, questa è la mia statura; ma che volete voi dalla mia statura e dalle mie orecchie? — Signore, non si può usare tanta circospezione quanta basti nel nostro ministero; permettetemi di farvi ancora un’altra breve dimanda: non avete voi servito il signor Volhall? — Signore, in verità, rispose Candido tutto sconcertato, io non comprendo... Lo comprendo ben io a maraviglia, che voi siete quello di cui m’è stato mandato il contrassegno. Datevi la pena d’entrare nel corpo di guardia. Soldati, conducete il signore, preparate la camera