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giura nel verbo della sua ipotesi; egli la discute come un’ipotesi di lavoro o provvisoria: basti quì fissare bene in mente che la diminuzione di massa è il fatto fondamentale dell’evoluzione stellare e che tutte e tre le ipotesi citate traggono da questo fatto la conseguenza che la materia si trasforma in energia, secondo un processo diverso ed un ritmo più o meno intenso.

Si dovrebbe ora provarci in un rapido abbozzo di biografia di una stella anonima.

Dalla concentrazione probabilmente di una nebula oscura o delle braccia di una nebula spirale si forma una sfera tenuissima di gas o di polvere cosmica, con una temperatura centrale di qualche centinaio di migliaia di gradi.

II globo si raffredda per radiazione e si contrae quindi rapidamente; cresce allora la temperatura interna e, verso il milione di gradi, comincia la trasformazione della materia in energia, nelle forme meno violente della trasmutazione degli elementi: la stella è ora un gigante rosso e sappiamo che le masse delle stelle nella loro prima età non differiscono molto tra di loro, per il limite imposto dalla pressione di radiazione: il 90/100 delle stelle giovani diffuse è tra 2,5 e 5 volte il sole.

Lo stadio di gigante è quello del maggior dispendio d’energia. Il calore generato della contrazione facilmente raggiunge gli strati superficiali, di cui la temperatura aumenta, facendo passare la stella dal colore rosso al giallo, al bianco, senza che lo splendore complessivo scemi di molto per il diminuire di volume.

Ma quando il calore interno ha raggiunto il livello enorme di 40 milioni di gradi, abbiamo le condizioni che provocano l’annichilazione vera e propria della materia; essa è la restauratrice generosa delle riserve ormai esaurientisi dell’energia stellare.

A questo punto la stella prende a scendere i gradini della serie principale degli spettri, percorrendo più lentamente a ritroso la scala spettrale, dal bianco verso il giallo ed il rosso. Ciò vuol dire che la stella si raffredda alla superficie, per quanto la temperatura interna si conservi all’incirca ferma sui 40 milioni di gradi; è il fattore opacità alla radiazione della materia stellare, che impedisce sempre più alla energia prodotta dall’annichilazione della massa di sfuggire per gli spazî, che obbliga all’economia la stella, non più giovane e prodiga.

Si capisce subito che il periodo di nana dev’essere assai più lungo di quello di gigante e sempre più lunghi gli stadi corrispon-