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esterni troviamo le temperature già citate, fra i 16 mila ed i 2700° (le stelle di tipo spettrale O arriverebbero a 25.000°), troviamo le infinitesime pressioni ricordate (così basse che, pur sommate con quelle interne fortissime, danno per certe stelle medie ancor bassissime, dato l’enorme diametro di esse) e troviamo frequenti gli atomi completi, cioè non ionizzati.

Ma per far compiuto il modello che l’astrofisica teorica si è foggiato delle stelle, occorre tener conto della convinzione a cui essa è altresì giunta: che, nonostante le tremende pressioni che possono verificarsi nell’interno, la materia continua nelle stelle a comportarsi, quasi sempre, come un gas perfetto; si supera l’apparente assurdo pensando che gli atomi, ionizzandosi, perdendo cioè man mano gli elettroni ruotanti, che con le loro orbite moltiplicano enormemente le dimensioni dell’atomo stesso, si fanno sempre più piccoli. Ioni ed elettroni dissociati possono costiparsi in volumi milioni di volte minori, senza perdere la libertà di moto che caratterizza il gas perfetto.

Un’altra conseguenza della dissociazione atomica spinta nel cuore della stella all’estremo si è che il peso molecolare della materia, salvo per l’idrogeno e per l’elio, si riduce quasi uniforme, qualunque sia l’elemento originario dei vari atomi frantumati, intorno al valore 2: questa materia disorganizzata si avvicina all’uniformità desolata del caos primevo.

Ammessa l’ipotesi dello stato di gas perfetto della materia nelle stelle dalle minime alle grandi, se non alle massime densità, e tenuto conto che la struttura atomica della materia stessa è ridotta alla massima semplicità, il fisico ci dice che prevedere quanto c’è e che cosa accada nell’interno di una stella è assai più facile che conoscere l’interno della nostra terra, dove la materia è di struttura assai più complicata atomicamente ed il suo stato liquido e solido è ben lontano dalla nuda semplicità del gas perfetto.


Come le possenti manifestazioni di calore e di luce delle stelle ci danno l’impressione di una loro vita, così dalla varietà e dalle gradazioni delle caratteristiche fisiche stellari considerate, è nato e si è radicato il concetto di un’evoluzione stellare, concetto che è inseparabile da quello della vita.

Si può anzi dire che il primo teorico del problema fisico dello interno di una stella, Omero Lane, nel 1870, trattò insieme quello della sua evoluzione.