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sistema fisicamente legati; mancano però nelle regioni prossime al piano di simmetria della gran lente, forse occultati dalle nebule oscure.

La massa delle stelle e, sparsi tra queste, nebulose lucenti ed oscure ed ammassi aperti, son tutti contenuti nello spazio così delimitato; la massa stellare va rarificandosi via via che dal centro si procede verso gli orli della lente galattica ed è molto più sottile di spessore; da 10 a 12 mila anni-luce; il centro della lente si trova circa a 65 mila anni-luce dal Sole, verso il Sagittario, dove appunto la densità di distribuzione stellare appare maggiore.

Il grande sistema galattico ora definito contiene, a sua volta, come minor sistema, il cosidetto sistema secondario locale, pure di forma elissoidale schiacciata ed anch’esso disposto simmetricamente alla Via Lattea, e di dimensioni assai inferiori.

Gli astronomi teorici si sono già proposti lo studio del campo gravitazionale del grande sistema galattico: fra gli italiani il Cerulli e l’Armellini; non è quì luogo di parlare di un problema così arduo.


Se osiamo spingere lo sguardo oltre i limiti del sistema maggiore nostro, troviamo altri universi stellati analoghi, che ci si presentano nell’enorme maggioranza come nebule spirali, in numero di centinaia di migliaia, distribuite, a differenza di tutte le altre classi di oggetti celesti prima considerati, preferibilmente alle alte latitudini galattiche.

Esse sono certamente, come il nostro, universi-isole, secondo il battesimo felice dell’Herschel; isole sterminate di stelle in un spazio infinitamente più sterminato; le loro distanze si stimano a milioni di anni-luce la loro massa da 100 milioni ad un miliardo di soli; numeri questi che debbono essere intesi come indice di un ordine di grandezza, ma che sono pur sempre fondati su criteri e dati scientifici. Infatti si sono potute osservare anche a queste distanze inconcepibili, con gli strumenti giganti americani, le così dette stelle novae e risolvere in stelle le parti esterne di alcune di tali nebulose spirali.


L’elemento che alla distanza ed alla localizzazione delle stelle più direttamente si collega è quello del movimento di cui appena si è fatta parola.