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l’unità di distanza astronomica di distanza, il par-sec) si trovino circa 30 stelle di splendore assoluto superiore ad 1/200 di quello del Sole; il che è quanto dire che nei pressi del Sole in media bisognerebbe viaggiare per il cielo circa 8 anni con la velocità della luce per passare da una stella ad una sua vicina.

Il Dyson calcola che, in una sfera di raggio quadruplo, cioè di circa 65 anni-luce, si trovino 800 stelle osservabili; imposta una limitazione maggiore, risulta maggiore la rarefazione stellare e cioè una stella per ogni cubo di oltre 11 anni-luce.

Le stelle adunque come le prossime citate sono già un’eccezione.

Pur tenendo conto della probabile esistenza di stelle più deboli del limite fissato od addirittura oscure, si deve concludere che il vuoto intersiderale è veramente pauroso, essendovi la materia distribuita con rarità estrema; nei pressi del sole la distribuzione stellare testè descritta si potrebbe rappresentare con sferette di qualche millimetro di diametro poste a 60 km. di distanza in media! A spiegare la meraviglia di una fulgida notte serena in tanta rarità di stelle, vien fatto subito di pensare alla trasparenza purissima degli spazî ed all’ultrapotenza della radiazione stellare.


Le misure dirette delle distanze siderali (metodo topografico, per intenderci) non possono applicarsi che alle stelle relativamente assai vicine; man mano che c’inoltriamo verso i 500 anni-luce il risultato si fa sempre più incerto, sino a diventare illusorio.

Ma abbiamo a fare in cielo con distanze ben maggiori e ci soccorrono allora gli altri metodi indiretti accennati.

Per queste altre vie possiamo giungere a valori medî delle distanze per categorie di stelle numerosissime, in cui è lecito applicare criteri di probabilità: così ad es. sono state dedotte le distanze medie delle stelle a seconda della loro grandezza apparente: la distanza media delle stelle di quinta grandezza (ancora visibili ad occhio nudo) è circa 200 anni-luce; quella delle stelle di tredicesima (ancora ben fotografagli con il piccolo equatoriale di Pino) è di oltre 3200 anni-luce e così via.

Ma sopratutto per queste altre vie abbiamo potuto varcare nella stima (non diciamo misura) le più sbalorditive distanze e conoscere approssimativamente quelle degli aggruppamenti e degli oggetti più caratteristici del cielo e quindi a rappresentarci la forma e la struttura dell’universo stellato.