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Commercio. 65


6. Il cavallo vecchio muore nella stalla del minchione.

Difficilmente il cavallo vecchio muore nella stalla del padrone che più se n’è servito e lo ha sfruttato e reso pieno di acciacchi e di malanni; si fa di tutto per poterlo vendere e, vendutolo, si rivende di mano in mano da minchione a minchione, finchè muore in mano al più disgraziato.

Chi acquista cavalli vecchi fa cattivi affari. Per ordinario le rozze finiscono alla stalla degli utenti poveri che non hanno mezzi di procurarsi cavalli a seconda del desiderio e del bisogno e quindi a loro purtroppo spesso tocca il danno e le beffe per giunta. Sonvi poi dei mal pratici o testardi, i quali piuttosto di perdere, o di non guadagnare su di un cavallo di cui si son serviti in tutti i modi, se lo tengono nella stalla anche quando è in età avanzata, finchè finisce per morire. Anche a costoro si riferisce il proverbio.

7. In fatto di cavalli diffida di tuo padre.

Tale che arrossirebbe recar volontario danno pur d’un centesimo ad un suo simile, trattandosi di vendergli un cavallo è assai meno scrupoloso. Ciò si spiega col fatto che tutti ci mettono dell’amor proprio in questa faccenda, e non vogliono che altri creda che si è sbagliato nell’acquisto fatto, che non si è accorto dei difetti del cavallo, che non si è saputo montarlo e ammaestrarlo bene; perciò si è molto propensi a non dire tutta la verità od a tacerla, anche se si tratta di un prossimo parente. In affari commerciali di cavalli, si giuoca, si può dire, a chi se le fa più belle, ed avviene spesso di veder compere, vendite, baratti condotti con tali modi, che, all’infuori della mercanzia cavallo, non si saprebbero tollerare.