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Cavallo e cavaliere 53

così volentieri il cavallo si metta a trotticchiare, allorchè lo si costringe ad allungare il primo modo di andatura. Il trotto non guasta, aggiunge il proverbio. Il trotto è la ginnastica della fibra muscolare; non trattenuto, nè mutato dal cavaliere, il cavallo dura a trottare per delle ore intiere senza risentirne danno. Libero, spontaneo e non troppo allungato il trotto afforza il sistema muscolare, agevola il corso sanguigno e favorisce la nutrizione. È questo il trotto che non guasta. Infine il proverbio raccomanda di non usar soverchiamente del galoppo. Questa andatura è la ginnastica del polmone e per dar lena al cavallo occorre che il galoppo sia spontaneo, poco rilevato e progressivo. Il galoppo a sfuriate, troppo prolungato o troppo veloce logora il polmone, ed è perciò che il proverbio dice: galoppo non troppo. Solo alcune razze privilegiate di cavalli non soffrono per un prolungato lavoro al galoppo, ma esse sono di un’organizzazione eletta.

84. Per il cavallo il maggior disagio è stare sulle mosse.

Tutti i cavalli nell’istante che precede l’azione del mettersi in moto, danno per lo più in tali segni d’impazienza da farci comprendere come essi in quella posizione provino un vero disagio. Dal cavallo da corsa che attende il segnale per slanciarsi verso la meta, al massiccio cavallo da tiro pesante che aspetta la voce del conducente per dar la prima strappata, tutti i cavalli dimostrano che è per loro disagevole star sulle mosse.

85. Per l’amor che porta al suo destriero
Indorane la sella il cavaliere.

Il cavaliere che ha vera passione per la sua