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Voci di paragone. 169

caval turco, che mangiata la biada dà dei calci al vaglio.

Corrisponder male ai benefizi ricevuti. Però il dar dei calci al vaglio non è indizio di cattiveria nel cavallo, ma piuttosto d’ingordigia; dopo che esso ha mangiata la biada, scuote col piede il vaglio per veder se ce n’è ancora.

41. Far d’una formica, o d’una pulce un cavallo.

D’una cosa o d’un fatto da poco, farne un gran caso.

42. Ha più difetti del caval del Gonella, che non soffriva nè basto, nè sella.

È un modo di dire usato in tutte le provincie d’Italia e intende denotare un cavallo od una persona sopracarica di difetti.

43. Il cavallo è come la minestra, chi la vuol troppo calda e chi troppo fredda, pochi al vero punto.

Infatti, come la minestra, che vi ha chi la vuol molto calda, e chi molto fredda, così vi è chi vuole il cavallo molto ardente e chi lo vuole molto tranquillo; pochi vogliono quella e questo al vero punto.

44. I soldati fanno come i cavalli, che annitriscono a chi li governa e tiran calci al padrone.

I cavalli d’indole cattiva difficilmente mordono o calciano l’uomo che li governa, mentre tiran calci ad ogni altra persona, compreso il pro-