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164 Proverbi sul cavallo


22. Cavallo di Seiano.

Questo cavallo riuniva in alto grado tutte le più belle qualità, ma per una funesta fatalità al suo possesso andava unita la rovina del possessore. Sejano suo primo padrone fu condannato a morte da Marco Antonio; Dolabella che lo acquistò, dicono, per cento mila sesterzi, perì di morte violenta, vittima della guerra civile; Gajo Cassio che ne fu il terzo possessore perdette tragicamente la vita per mano di uno schiavo; Antonio, nelle cui mani passò di poi, si tolse la vita da sè stesso. Questa lista diede origine ad un proverbio, riportato da Aulo Gellio nelle sue Notti Ateniesi: «Costui — dicevasi parlando di un disgraziato — ha il cavallo di Sejano

23. Cavallo di S. Francesco.

Il bastone del pellegrino. Viaggiar col cavallo di S. Francesco, vale viaggiar a piedi.

24. Caval Pegaso.

Pegaso, cavallo favoloso che nelle poesie e nelle dipinture figurasi fornito di ali.

Figlio di Nettuno e di Medusa; subito che nacque sen volò verso il cielo, e secondo Ovidio, si fermò sul monte Elicona, ove per lo più dimorò fino a che stette sulla terra, ed ove con un calcio fe’ sgorgare il fonte d’Ippocrene.

Nettuno e Minerva, avendolo domato, lo donarono a Bellerofonte che lo montò per combattere la Chimera. Fu Pegaso assunto fra gli astri, e vi formò una costellazione. Si crede che questo cavallo alato non fosse altro che una nave ornata dalla figura di cavallo sulla poppa.

Parlando di un cavallo che abbia velocissima andatura, dicesi: È un Pegaso.