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Voci di paragone. | 163 |
gomento per dimostrare ad Alessandro a quali eccessi poteva portare l’amore, dacchè aveva indotto lui filosofo e vecchio a commettere tanta follia. Di qui ne venne il detto: Far il cavallo di Aristotile, per indicare una penitenza che nei giuochi di società s’infligge quando uno vuole riavere il suo pegno, e consiste nel prendere la posizione di un cavallo, cioè mettersi carponi, per portare sulla schiena una dama colla quale si fa il giro della sala.
18. Cavallo di battaglia, oppure:
È il suo caval di battaglia.
In latino: Equus bellator, era il cavallo che serviva ai principi ed ai grandi capitani nelle fazioni campali. In senso figurato serve a denotare quella parte che un artista sa meglio eseguire o che mostra preferire perchè serve a far risaltare il suo talento, le sue qualità, e ad acquistargli gloria e fama.
19. Cavallo di Frisia.
Macchina da guerra che serve di difesa e di ostacolo contro la cavalleria; è formata da una grossa trave in cui sono impiantati dei piuoli di ferro acuminati.
20. Caval di monaci, porci di mugnai e figli di vedove non hanno pari.
Perchè sono troppo ben pasciuti e trattati con soverchi riguardi. I cavalli dei monaci ed i figliuoli delle vedove diventano perciò per lo più pigri, molli e snervati, e poco vogliosi di lavorare.
21. Cavallo di parata.
Cavallo di figura, di rispetto; e figuratamente dicesi: Uomo da figura e non da fatti.