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segni musicali, aritmetici e semaforici. Essa deve essere direi quasi una comune misura, un’intermediaria, un’agevolatrice dello scambio delle idee fra tutti i popoli. Perchè dunque si avrebbe a ritenere come inammissibile la teoria e la pratica d’una lingua internazionale di cui ogni parola sarebbe quasi come un segno parlato che ciascun individuo comprenderebbe e tradurrebbe nella propria lingua? Essa sarebbe, come ben osserva il Sarcey, per così dire come una lingua semaforica ad uso degli orecchi.

Il gridare senza preventivo esame che una cosa è inammissibile ed assurda può solo esser opera di mente limitata e leggera. E tanto più ridicola e riprovevole allo stato di civiltà in cui viviamo, civiltà che vide man mano attecchire e realizzarsi mille invenzioni, mille scoperte, che al loro primo insorgere venivano dichiarate parto di mente febbricitante o idea da mentecatto.

Nell’imperfetto ordine sociale dei secoli andati, quando mancavano le buone vie di comunicazione terrestri e marittime, quando il credito non agevolava gli scambi, e le nazioni erano famiglie isolate e ben spesso corrucciate con tutte le altre è facile comprendere, e scusabile in parte, la cecità di chi avversava il sogno di una lingua internazionale. Ma ormai i tempi si sono maturati; oggi il campo di produzione e di smercio s’è allargato, ogni industria s’è fatta più varia, più graduata, più poderosa, più audace; il ristretto ed il locale s’è fatto in una parola amplissimo e mondiale, e le relazioni coll’estero sono aumentate a dismisura. Ora ognun sa che le relazioni commerciali coll’estero si stringono tanto più facilmente e sono altrettanto più precise e sicure, quando le trattative, a mezzo di una lingua nota alle due parti contraenti, possono farsi direttamente. Nessuno riterrà certo che delle 800 e più lingue che in oggidì sono parlate nel mondo si possa pretendere d’aver completa conoscenza, nessuno dimenticherà certo che anche solo per comprendere i principali popoli civili, coi quali, il progredito ordine sociale, ci ha messo in relazione, occorrerebbe conoscere almeno una cinquantina di esse. Ora il linguista potrà forse arrivare a tale conoscenza quando vi impieghi tutta la vita; ma è evidente che le occupazioni delfon-