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ABATACCIO.
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ABBAGLIARE.
al vento, alla pioggia.» H La situazione di un oggetto rispetto a un altro, r esser rivolto verso alcuna parte: «Volgersi a levante, a ponente ec.: Finestra che dà a mezzogiorno.»|| Il tempo in cui si fa o avviene qualche cosa: «Al tempo de’ nostri antichi; Al fare del giorno. Alle due, Alle cinque; All’epoca de’ Ke; Al temjjo d’oggi; Al 24 d’agosto ec.» 1| ^ vita, Ad anni, A mesi, A mesate, A settimane, A giornate, per indicare lo spazio di tempo, in che alcuna cosa si fa o dura: «Prendere alcuno a giornata:- Esser condannato all’ergastolo a vita.» ji Serve anche a dinotare la quantità di prezzo, peso, misura, e sini.: «II grano si compra a venti lire il sacco: - Operaj a due lire al giorno: - Misurare a ettolitri; Calcolare a chili ec.» Il La opinione, la stima che si ha di una cosa o di una persona; e in tal senso dipende dai veibi Avere, Tenere, Pigliare, e precede qualche sostantivo adiettivo sostantivato, come Avere a vile. Tenere Pigliare a giuoco ec. li L’ordine, la distribuzione di numero o di quantità: «Venire a tre, a quattro alla volta; Camminare a due a due.» ij A quattro, A sei, A otto, parlandosi di veicoli, vale Tirato da quattro, da sei, da otto cavalli. Comunemente Tiro a quattro, a sei ec, per Carrozza tirata da quattro o sei cavalli, il Ripetuta insieme col nome a cui sta avanti, ancor che non esprima numero, serve a indicare successione, divisione, ripetizione: «A poco a poco; A fette a fette; A mano a mano; A ciocca a ciocca ce.» |J Forma pure altri modi avverbiali di vario significato, che saranno registrati a’ loro luoghi, come A corpo a corpo; A faccia a faccia; A parola a parola; A parte «^aWeec. ||Si adopera ancora in locuzioni per esprimere Giuramento, come Alla Croce di Dio; Al Nome di IJio ec., sebbene in questo senso oggi non sia molto usata. i| Ed altresì Eccitamento, come Al lupo al lupo; Al ladro al ladro; All’arme; Alla baionetta ec. || Augurio tanto in bene quanto in male, come A rivederci; A rotta di collo, e sini. A te, a lei, a voi, sono maniero usate tanto porgendo ad alcuno qualche cosa, quanto richiamandolo a far quello che gli si appartiene: «A te, prendi: -A voi, cominciate: - Presto, a noi.» i| Posta dinanzi al pronome Chi, serve spessissimo ad esprimer gara, concorrenza qualunque: «Fare a chi più corre; Scommettere a chi più presto indovina» ec. — 3. A, per proprietà di lingua, si premette al nome che fa r azione espressa dall’infinito, allorché questo dipende dai verbi Fare, Lasciare (in senso di Permettere), Vedere, Udire e Sentire: e Ho fatto fare al fabbro una chiave: - L’ho visto fare a lui: - L’ho udito dire a tutti.» || Premessa a un infinito, e in dipendenza specialmente del verbo Essere, forma una locuzione, che ha forza di futuro, ed equivale a Da o Per: «Detto questo, non ci sarà più nulla a dire:Nou ci resta più nulla a fare.» il In dipendenza poi del verbo Avere, oltre ad accennare il futuro, denota bene spesso convenienza, dovere, necessità, di fare ciò che vien dichiarato dall’infinito, al quale è premessa: «Vi dirò quello che avete a fare: - Gli
rincresce d’avere a rifare una parte delle spese.» — 4. Coli’ articolo o senza, serve a formare con le voci alle quali è premessa, varie locuzioni avverbiali, come A digiuno, A caso. Alla spicciolata, A bella posta, A buon mercato, All’imjìrovviso e cento altre, che sono dichiarate a’ loro luoghi.
t Si abusa di questa preposizione, 1. adoperandola in luogo di altre, contro le regole di nostra lingua, come A mezzo del tale vi spedirò, o vi farò sapere ec, in vece di Per mezzo del ce
— Il tale a nome Gregorio, in vece che Di nome o Per nome. 2. Dopo l’avverbio Insieme, in vece di Con, come: Venne insieme al fratello; sebbene questo uso abbia qualche es. non moderno. 3. Tacendola nel primo luogo delle maniere avverbiali indicanti ripetizione, successione, distribuzione, e sim., come: Tre a tre. Mano a mano. Corpo a corpo, Faccia a faccia ec. per A tre a tre ec. 4. Adoperandola in maniere esprimenti il modo della cucinatura o del condimento di qualche vivanda, come: Paste al brodo (nel brodo). Capellini al burro (col burro), Piselli all’olio ec. (con ’ olio) Bistecca ai ferri (sui ferri); Bove alla cazzarola (nella cazzarola) ec. 5. Usandola col nome indicante l’istrumento o il mezzo che serve a qualche lavoro, come: Lavoro al crocè (con l’uncinétto); JRitratto a colori (in colori); Tócco a penna (iu penua) ec. Nella maggior parte di qui’sti usi si nota l’intrusione del francese A ed Au. — Lat. ad.
Abatàcclo. i^egg. di Abate; Sacerdote o Cherico di vita riprensibile, ovvero sciatto nelle vesti e nelle maniere.
Abéte, s. m. Superiore o Capo di una Badia: < Il Padre Abate.» ìi Coniuncm. dicesi anche per Sacerdote; e più spesso usasi come titolo preposto al cognome: «L’abate Gioberti; L’abate Manuzzi.»iiE diccsi anche per Cherico. — Gr. e lat. abbas dal siriaco abbà. Padre,
Abatino, dim. e «czz. di Abate; Sacerdote piuttosto giovane, di persona un po’ piccola, e accurato nel vestire. Il Cherico di poca età.
Abatóne. accr. di Abate, più che altro nel secondo senso; Abate di grande persona.
Abatónzolo.». m. Sacerdote o Cherico sciatto nelle vesti e di piccola persona.
Abatùccio. dispr. di Abate; Sacerdote Cherico di poco conto.
Abbacare, intr. Propriamente Far abbachi o conti; ma oggi usasi solo nel senso di Fantasticare, Vagar con la mente in pensieri vani e senza conclusione: «E ora che vai abbacando?
- Armeggia e abbaca quanto vuoi.» Part. p. Ab1!.c.TO.
Abbacchiare e Bacchiare, tr. Battere con bacchio; e riferiscesi a olive, noci, castagne ed altri frutti, che si fanno cader dall’albero percotendoli con bacchio o pertica: «L’uso di abbacchiare le olive rovina le piante: meglio coglierle a mano.» || Di qui la maniera pg. e prov.: Abbacchiar le acerbe e le mature, per Sfogare i propri capricci, senza riguardo a condizione od età. Il Abbacclùar qualche cosa, dicesi familiarm. per Venderla a vii prezzo, per Io più costretti da necessità: «Ha dovuto abbacchiare la casa e il podere.» i| Di genitori,
che abbiano maritata una figliuola pur di levarsela di casa, si dice che l’hanno abbacchiata: «Povera ragazza! è stata proprio abbacchiata.» Part.p. Abbacchiato e Bacchiato.
Abbacchiata, s. f. L’atto dell’abbacchiare
Abbacchiatura.». f. L’operazione dell’abbacchiare.
Abbachino. (2im. di Abbaco; Libretto, ove si contengono soltanto i primi elementi dell’abbaco. || i^ar gli abbachini. Eseguire le prime operazioni dell’abbaco; e si dice de’ ragazzi.
Abbachista.». m. Colui che sa o che esercita l’arte dell’abbaco: non comune oggi, o, se mai, s’adoprerebbe solo ironicamente. «Che ne dice il nostro abbachista?»
Abbacinaménto.». m. L’abbacinare e L’abbacinarsi.
Abbacinare, tr. Propriam., Accecare alcuno per mezzo di bacini roventi, come facevasi in antico. Ma poiché il barbaro uso è cessato da gran tempo, il vocabolo ha perduto il suo primo significato, e s’adopera soltanto per Offuscare, Offendere gravemente altrui la vista, detto di luce eccessiva. E più che Abbagliare. Il Rif. a mente, giudizio oc, vale Sopraffare con un fraise splendore: «Certe dottrine perfidamente esposte abbacinano le menti degli incauti.» |i Detto di corpo luminoso. Superare col proprio splendore lo splendore di un altro corpo: «Il sole nascendo abbacina le stelle.» || E rifi.: «Gli occhi, la mente, le stelle si abbacinano.» Part. pr. ABBACINANTE. — Part. p. Abbacin.^to. — Ad. Occhi abbacinati, Occhi non vivaci, o per malessere,
i_icr altra cagione; Smorti. Abbaco.». m. Arte di fare i conti
mediante le cifre arabe, li Detto di scolare, La stessa operazione del fare i conti: «Ho fatto l’abbaco:- Ci ho da fare l’abbaco per domani.» |i II libretto, nel quale si contengono le regole del fare i conti: «Portami r abbaco: - Ho comprato l’abbaco degli Scolopj.» Il Volerci l’abbaco, si dice familiarm. quando alcuno non si raccapezza in cosa, che pure è facile e chiara: «Dìo mio! ci vuol l’abbaco?»-Lat. abacus; gr. Spai, Tavola.
Abbacóne.». m. Chi suole abbacare, fantasticare: «Siete pure il grande abbacóne voi.»
Abbadare. V. Badare.
Abbagliaménto.». m. L’abbagliai’e e L’abbagliarsi: «Abbagliamento degli occhi, della mente, dell’animo ec.>
Abbagliare, tr. Offuscare altrui la vista; detto di luce molto viva o di corpo assai lumino.so: «Il sole abbaglia gli occhi di chi lo guarda: 1 molti lumi ch’erano in quella sala abbagliavano la vista.» i| E assol.: «È una luce che abbaglia.»|| Detto di colore assai vivo: «Rosso cosi acceso che abbaglia.» |i /f,?. Sopraffare, rif all’animo, al giudizio ec. «È ima bellezza che abbaglia: Non vi lasciate abbagliare da certe apparenze, da certe dottrine, da certe ragioni.»;! Di cose d’arte: «Lo stile di certi scrittori abbaglia.» Nei quali usi figurati s’intende di una luce piuttosto falsa che vera, il E rifl. «Gli occhi, la vista, la mente ec. si abbagliano.» il Dicesi anche del passeggiero smarrirsi della vista per malat