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CALDERAIO. — 203 — CALESSE. Calderàio. «. m. Colui cho fa cal- daie, ed altri simili vasi di rame: più comnnem. Ramaio. Calderlno. ». m. Uccelletto col capo rosso, le ali macchiate di giallo e nero, e di canto assai grazioso. — Forma corrotta di cardellino. Calderòtto, s. m. Vaso di rame con coperchio, della forma di una piccola caldaia, e più fondo che largo. Calderùgio, s. m. Lo stesso che Calderino. Caldétto. dim. di Caldo; Caldo tanto quanto. Tepido: « Uu clistere piuttosto caldétto. » Caldézza. ». f. astr. di Caldo: La qualità, di ciò che è caldo : « E di temperamento caldo, e quella cal- dezza è cagione della sua ira. » Ma più comunera. si usa o Caldo o Calore. Caldino, dim. di Caldo: Un po' cal- do: «Oh come tu se' caldino!» Caldo, ad. Che ha una tempera- tura relativam. alta ; contrario di Freddo: « Acqua calda; Ferro caldo. Mani calde; Testa calda. » 1| Che pro- duce calore: «Venti caldi; I caldi raggi del sole. » Il Riscaldato: « Letto caldo; Bagno caldo. » lì Detto di sta- gione, giorno, tempo, in cui si sente molto caldo : « Nei giorni più caldi d'estate non si può far nulla. ».. Di paese, suolo, e simili. Battuto molto dal sole; e spesso intendesi de' paesi meridionali. 'ì Detto dì terreno, vale Che è di qualità molto calorosa: « La vite vuol terreno ealdo e asciutto. » il E detto di certe piante le quali hanno virtù di riscaldare,come la centaurea, le cipolle, la salvia, ecH Dai pittori diccsi caldo quel colore, o quella tinta che è assai vivace ed accesa. Il Detto di persona, vale Che è pieno d'ar- dore o per età o per temperamen- to; e dicesi anche del temperamento stesso: « È un giovane molto caldo.» il Testa calda, dicesi Chi è esaltato di mente: « Non gli date retta; è una testa calda, che opera sempre senza giudìzio. » I E riferito ad affetti, pas- sioni, e simili, vale Forte, Gagliardo: « Caldo amore della patria; Caldo de- siderio della gloria. » il Di parole o preghiere, Molto affettuoso. Efficace: « Pronunziò parole così calde, che tutti ne rimasero commossi: -Porgiamo a Dio calde preghiere per la nostra sa- lute. » || Detto di lacrime, vale Di- rotte, Abbondanti; ma nel parlar co- mune si usa sempre nella maniera Piangere a calde lagrime, per Pian- gere dirottamente: e nello stesso si- gnificato Piangere a caldi occhi.HA sangue caldo. Con l'animo commosso, segnatam. dall'ira: «È un uomo che a sangue caldo si lascia uscir di bocca le parole più ingiuriose. » i| Detto di pratica, faccenda, vale Condotta con molta premura; « Quando le pratiche eran più calde, mandò a monte ogni cosa.» I |CaMo,ca?(Zo, così raddoppiato, ha forza di superlat.: «Mi portò un ar- rosto caldo caldo. » H fig. detto di cosa fatta successa pur ora: «Eccovi un sonetto caldo ciildo, e come m'è uscito dalla penna : - Dai'e una notizia calda calda. » ; i Cogliere, o Pigliare tino caldo caldo, vale Pigliarlo subito. Coglierlo in sul fatto: «I ladri furono presi caldi caldi, nel tempo che si sparti- vano il bottino. » Il Pigliarla calda nna cosa o Pigliarla calda, vale Mettere in una cosa grande impegno: « L'ha presa troppo calda; temo che non voglia durare. » || Slare o Tenersi caldo, Tener la persona ben riparata dal freddo, il i5ar)(e o Averne una calda e una fredda, dicesi per Dare Avere una notizia buona ed una cattiva. Dare o Ricevere un piacere un dispiacere, il Bisogna hattere il ferro quando è caldo, prov. il quale ci avverte che bisogna fare le cose, mentre che dura la opportunità, il Caldo, in forza di sost. Quell'effetto Quel senso che è prodotto da corpi che abbiano una temperatura relati- vam. alta, cioè più alta di quella della mano da cui sono toccati : « Il caldo della fiamma, del fuoco, della stufa, del sole, ec. » li Assolutam. pre- so, s'intende più spesso del calore dell'atmosfera, dipendente dal clima, dalla stagione, dall' ora del giorno, ec: « Oggi è un gran caldo ; fa molto cal- do; è un caldo che s'affoga: -Fra poco viene il caldo: -Finché dura il caldo, non mangiar maiale: -Queste pianticelle, lasciate che sentano un po' di caldo, e poi vedrete come ven- gono su bene. » Il Dicesi anche, ma non nel parlar comune, per Calore. || fìg.: «Il caldo dell'età» per il fer- vore, l'ardore, il E per la Sensazione prodotta da calore: «Mi fa nn gran caldo: - Ho un caldo che mai. » li E a uno che ci affolli co' suoi discorsi, di- ciamo talora: Dio! che caldo! il Di una cosa, di un discorso che non ti faccia alcuna impressione, o di cui non t'importi nulla, dicesi che non fa né caldo 7iè freddo. || E Non averci né caldo né freddo, vale Non impor- tartene nulla. Non averci tu alcun interesse : « Fate come volete ; io qui non ci ho né caldo né freddo. » 1 1 Darsi Pigliare un caldo. Scaldarsi tanto o quanto al fuoco; più spesso Pi- gliare ìtna fiammata, li Pigliare il cal- do, detto di metallo o di vivanda. Riscaldarsi, Addivenir caldo : « Aspet- tate che abbia preso bene il caldo, e poi levatelo. » ;| Mettere il caldo a letto. Mettervi il trabiccolo col fuoco per riscaldarlo: « Quando le lenzuola son di bucato, è bene mettere assai per tempo il caldo al letto. » 1| Tener caldo, dicesi di vesto che ripari molto dal freddo : « Questa camiciuola mi tien troppo caldo. » || Battere due chiodi a un caldo, Fare due faccende a xm tratto, che dicesi anche Fare un viaggio e due servizj.,Nè caldo né gelo rimase mai in cielo, prov. che significa che o prima o poi il caldo e il freddo delle stagioni si fanno sen- tire. Il Il caldo delle lenzuola non fa bollire la pentola. Chi ama starsene molto a letto, non si guadagna da vi- vere; che più comuncm. diciamo: Chi dorme non piglia pesci. — Dal lat. ca- lidus. Calduccino. dim. di Caldo; Caldo temperato e confortevole: « In quella stanza a mezzo giorno c'è un cal- duccino, che é un piacere: -Si leva tardi; che sta volentieri al calduc- cino. »! E in forma A'ad. Un poco riscaldato: « Vo a letto calduccino: - Mi lavo con l'acqua calduccina. » Caldùccio, dim. di Caldo: « Oggi è piuttosto calduccio. » il «(Z. Alquanto caldo. Tepido: «Letto un po'ealduc- cio. Bevanda calduccia. » Caldura, s. f. Il caldo della estate intenso e molesto: «A questa gran caldura, si beverebbe Arno. » Ed ò comune il prov.: « Sant'Antonio la gran freddura, san Lorenzo la gran caldura, l'uua e l'altra poco dura.» Cale. V. Calére. Caleidoscòpio. ». m. Specie di s,-^ parecchio, consistente in un tubo, che diretto verso la luce e girato con mano, presenta all'occhio del riguar- dante figure via via diverse, prodotte da pezzetti di vetro e di carta colo- rati, moventisi d(mtro esso tubo. — Dal gr. xaXós Bello, stSo; Figura e axoTCEtv Osservare. Calendàrio. ». m. Libretto o Ta- vola, su cui sono indicati per i proprj mesi tutti i giorni dell'anno, con le notizie delle fasi lunari, del nascere e tramontar del sole, delle feste, ec. 1 Non avere uno nel calendario, o Non essere esso std calendario di al- cuno, vale Non averlo, o. Non essere in grazia, in istima, ec.: «Non so per- chè, ma il G. non è nel calendario del Ministro,» ovvero: «Il Ministro non lo ha nel suo calendario. » !| Ca- lendario scolastico, dicesi Quello, in cui sono indicati i giorni di scuola, e i giorni di vacanza. — Dal lat. ca- lendarium. Calènde. ». f. pi. Il primo giorno di ciascun mese appresso i Rom.ini. Le calende greche, si suol dire per significare un tempo che non verrà mai, perchè i Greci non dicevano, come i latini, calendce il primo giorno di ciascun mese; onde le maniere pro- verb. Andare o Mandare alle ca- lende greche qualche cosa, per An- dare Mandarla moltissimo in lungo, sicché non abbia effetto: «Quando un Ministro vuol mandare alle ca- lende greche una cosa proposta dalla Camera, dice che quanto prima pre- senterà un progetto di legge. » || Pa- gare alle calende greche, vale Non pagar mai: «Bada di fidargli, se non vuoi esser pagato alle calende gre- che. » — Dal lat. calendce. Calenzuòlo. ». m. Uccelletto che ha le penne color verde cupo e giallo, detto anche Verdone. Calepino. ». m. Nome che si dà al Vocabolario della lingua latina, com- pilato nel secolo XVI da Ambrogio da Calepio. E perchè è un volume assai grosso, suol chiamarsi familiarni. Ca- lepino un Grosso volume qualunque. Il Essere un Calepino dicesi un Uomo che sa molte lingue, perchè il Cale- pino aveva, in riscontro alla latina, altre sei lingue. Calére, intr. usato impersonalm. e nelle voci Cale, Caleva, Calèsse, ec. : « Poco mi cale della tal cosa ec. » in poesia. Il Mettere in non cale ìtna cosa, per Non se ne dar cura o pensiero: voce del nobile linguaggio. — Dal lat. calere. Sentir calore. Calessàbile. ad. Detto di strada, dove si può andare col calesse o con altra vettura: «La strada è calessà- bile fino alla villa. » Calessàccio. pegg. di Calesse; Ca- lesse vecchio e mal ridotto. Calessante. ». m. Chi tien calessi per darli a vettura. Calessàta. ». f. Quante persone en- trano in un calesse : « Passa molte calossatc di gente, e non si sa dove vadano. » Calèsse. ». m. Veicolo ii due ruote, a un solo cavallo, per uso di traspor- tar persone, con uu seggiolino soste- nuto da cigno e da molle poste sopra lo stanghe, e talora con mantice e parafango: ora simile veicolo va in disuso. Il Tirare il calesse, dicesi dai cacciatori della civetta quando pò-