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VOTIVO. — 1287 — ZAMPÀTA.

di latta, che adoprano i bottegai per le civaie minute.— Da nuotare.

Votlvo. ad. Di voto, Appartenente a voto, Promesso per voto.

Vòto. a. m. T. teol. Libera pro- messa, che si fa a Dio o a'Santi di eOsa che si creda esser loro grata.“ Voti, nel pl., dicesi Il promettere che una monaca fa solennem. dinanzi al- l'altare, di voler esser per tutta la vita addetta alla regola, mantenendo tutto ciò che da essa e prescritto: «Ha vestito l‘abito, ma ancora non ha fatto i voti : — Professione dei voti.» n Voto, vale anche Quell'oggetto, per lo più d'argento e iu forma di un cuore, che si appende dinanzi a qualche sa- cra immagine per segno di grazia ri- cevuta.“ E per Desiderio, Brama: «Il mio voto e questo:— Fo voto che egli torni presto:— Iddio ha csaudito i miei voti.» [I Voto, dicesi La dichia- razione della propria opinione fatta o in voce, o per mezzo di fave o di pal- lottole nere e bianche: x Dare il suo voto:— Negare il voto:— La legge fu approvata a maggiorita di voti. n || Voto consultivo, Quello di chi ha fa- coltà soltanto di consigliare, e non di deliberarc.llVoto, dicesi anche Una scrittura, fatta da un avvocato per sostenere la causa difesa da uu altro avvocato : c In quella causa l’avv.Sal- vagnoli scrisse un bel voto.» — Dal lat. votum.

Vòvolo. a. m. T. archit. Modinatura convessa a quarto di cerchio o di el- lisse che fa parte delle scorniciature, e rieorre per lo più sotto il listello.

Vulcànico. ad. Appartenente a vul- cano: x Materie vulcaniche:— Feno— meni vulcanici: - Terreni vulcanici. a || Tesla vulcanica, dicesi di Persona che abbia fantasia accesissîma: cl meridionali sono per solito teste vul- caniche. a .

Vulcàno. a. m. Monte d'ordinario molto alto, come l’Etna, il Vesuvio, e simili, la cui cima temine in un largo cratere, d' onde escono ceneri, acque o lave infocate.— Da Vulcano, nome del Dio del fuoco.

Vulneràbile. ad. Che può esser fe- rito; men di rado usato nel fig.

Vulnerare. tr. Ferire; ma usasi solo nel fig. e non comuuem., per Ofi'en- dere. Part. p. VULNERATO. — — Dal lat. vulnerare.

Vulnerària. a. f. Pianta che ha gli steli distesi a cespuglio, erbacei, le foglie pennatc, i flori gialli che va.- riano in rossi e iu hianchi.

Vulneràrio. ad. T. med. Aggiunto di rimedio che contribuisce al risal- dameuto delle piaghe. — Dal lat. vul- 71877172118.

Vuotare. tr. Render vuoto, cavando il contenuto fuor del contenente; con- trario d'Empire: x Vuotare un pozzo, una botte: — Vuotare la secchia:- Vuotare uu luogo, ec. r li Vuotare un asoo, una bottiglia, ec., dicesi fami- iarm. per Bevere il vino contenu- tovi: x Se vieni da me, si vuoterà un fiasco di quel buono.:|| Vuotare la minestra, vale Versare la minestra dalla. pentola. o cazzeruola nella zup- piera. Il Vuotare le tasche a uno, Far- gli spendere tutti i quattriui ebe ha. Il Vuotare la casa, e simili, detto di ladri, Spoglìarla di tutto ciò che è di qualche prezzo: c Entrarono i ladri, e li vuotarono la villa. a || Vuotar la sel a, o l’arcione, Cascar da cavallo. Il Vuotare, usato assolutam., vale Ca- vare il bottino: c Chiuda le finestre, perchè stanotte vuotano.» Part. p. VUOTATO. — Lat. vac'uare.

Vuotatùra. a. f. L'atto e L’effetto del vuotare; e assolutam. intendcsi del vuotare i cessi: «La .vuotatura, detta per celia inodora.»

Vuòto. a. m. Il vano, La concavità vaeua.|| fig. Snperfiuità, Vanità. || Vuo- to, dicesi per Vaso, rispetto al liquido che vi si contiene o che vi fu conte- nuto: «Il procaccia ha l'obbligo di riportare i vuoti gratuitamente. a || A vuoto,posto avverbialm.,vale Senza efi'etto, In vano.

Vuòto. ad. Che e senza cosa ve- runa dentro a se, Che nulla contiene, o Che non contiene più nulla; con- trario di Pieno: x La hotte è rimasta vuota:— Tutti i fiaschi vuoti portali in cantina:-Son rimasto con le ta- sche vuote.» || Per estens. detto di stanze, quartieri, e simili, vale For- nito di pochissima mobilia. || Che nou ha dentro di se uel che dovrebbe avere, detto specialmente di frutti: x Queste noci son vuote.» Il E detto di teatro, sala, chiesa, e simili, Dove e accorsa poca gente: x Andai al tea- tro, ma era vuoto. r || fig. Privo, Man- cante afi'atto: x Discorsi vnoti di sen- so:— Argomentì vuoti di ragioni)“ Avere il corpo vuoto, dicesi per Non aver mangiato. ll A corpo vuoto, posto avverbialm.,valeA digiuno: x A corpo vuoto si lavora male.» || Sacco vuoto non ata ritto. V. SACCO. Il Scena vuota, dicesi quando nel corso della rappre- sentanza la scena rimane senza alcun persouaggìo : c Plauto, perchè la scena non rimanesse vuota, non si faceva scrupolo di far venir fuori anche il Trovarobe a parlare eon gli spetta- tori. : 1| Aver la testa vuota, dicesi per Aver la testa confusa, come incapace di concepire idee: x Stamattina ho la testa vuota, e non mi riesce d‘ az- zeccare il nome col verbo. a || A mam‘ vuote, dicesi a modo avverbiale di chi non porta regali: x Iu quella casa non bisogna mai andarci a mani vuote.» Il Rimanere, o Restare a mani vuote, dicesi per Non conseguire l‘intento, Rimaner deluso nelle proprie spe- ranze, e simili.— Dal lat. vacuus, se pure non e forma sincop. di vuotato.


Z.


Z. Lettera consonante doppia. ed ultima dell'alfabeto italiano. Si pro- nunzia èèta, con suono or aspro or dolce, secondo che e determinato dalle regole della buona pronunzia, ed e di yen. fem. H Dall‘a alla zèta, vale Dal principio alla fine: x Gli rac- contò tutto dall’a alla zeta.»

Zabaione. a. m. Composto di rossi d'uovo, di rum, o vino di malaga o di madera, o simile, di zncchero e qual- che aroma, che si fa bollire in un vaso da cioccolata, sbattendo conti- nuamente col frulliuo; e quando è convenientemente condensato e spu- meggiante si versa. in bicchiere per sorbirlo a qnel modo.— Dall'illirico sabm‘a, Specie di bevanda.

Zàcchera. a. f. Quella mota che, passeggiando per vie fangose, rimane attaccata ai panni da piedi, specialm. alle gounelle delle donne: «Ha la zaechera alla sottaua: — S'ò fatta la zacchera. a

Zaccheròso. ad. Lordo di zacche- ra: u Ha il vestito tutto zaccheroso. a

Zafl‘àta. a. f. Fetore che esce im- provvisamente da qualche luogo ed nrta le narici: «Da quello stanzino vengono ogni tanto certc zafi'ate che mozzano i fiato. a

Zafi‘e. Voce indeclinabile, che si nsa per accennare l'atto di chi ta- glia di netto una cosa: x E zafi'e, con un solo colpo gli tagliò la testa.»

Zafieràno. a. m. Quei filetti di co- lore rosso, che si trovano iu una pianta detta Croco, i quali sono di acuto e grato odore, e che si ado- pperano come condimento, per dare odore a certe vivande- e anche per uso della medicina.||dia1lo come lo zaferano, dicesi di viso che sia molto giallo: x Poveretto! ha un viso giallo come lo zafi'erano. a — Dall'arab. ad. fardn.

Zafl‘lro. a. m. Pietra preziosa, che alle volte e di color porporino, ed alle volte di colore turchino. E più pregiata qnella che meno traspare, e che e. più simile al cielo sereno.- Da_l lat. sapphiflw, gr. oa’mqweipog.

Zafl'o. a. m. Legno intorno a cui è avvolta della stoppa per turare qual- che foro, e specialm. la cannella dei tiui_ e delle botti.— -Dal ted. zapfo.

Zagàglia. a. f. T. star. Lnngo ba- stone ferrato in cima, che serviva. è l’ arme in asta.— — Dal prov. arsagaya. i

Zagaglìàta. a. f. Colpo dato cou uua zagaglia.

Zagagliétta. dim. di Zagaglia; Pic- cola zagaglia.

Zàino. a. m. Sacchetto di pelle, per lo più col pelo dalla parte di fuori, che portauo addosso i pastori; e au- che Quello che portano addosso i sol- dati, e nel quale tengono tutta loro roba da vestire.— Dall‘ ant. ted.zaz‘na, Cesta.

Zampa. a. f. La gamba dci qua- drupedi, ed anche di altri animali: c Le zampe davanti, e le zampe di dictro d‘un cavallo:— Zampe delle pecore, dc’gatti: — Zampe di gallina.» |IE di quelle degl'insetti: «Zampe di mosca, di cicala, ec.nfl Significa anche La parte della zampa dal gi- nocchio in giù della vitella macellata: «Oggi vo‘mangìar un po’di zampa: - Zampa burrata.» IIE per ischerzo anche di gamba d'uomo o donna, che sia alquanto grossa e carnosa: c Ha nn par di zampe, che paion colonue. a I flCavar la castagna dal. fuoco con I la zampa del gatto. V. CASTAGNA. || l Leccar le zampe ad uno, modo dispre- giativo per Adularlo bassameute; on- de Leccazampe, dicesi per Adulatore.

Zampàta. a. f. Colpo dato con la ‘: zampa: «Gli diede una zampata, e | lo buttò in terra.»