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TURMA. — 1347 — UBBIDIÈNZA e OBBEDIÈNZA.

colito.— Dal lat. thua, Incenso, e fero, Portare. _ _

Turrna. a. flMoltitndine confusa di persone; cd- è voce che ha dell‘av- vilitivo.— Dal lat. turma.

Turno. a. m. Ricorrimcnto dell'al- ternativa nell’esercizio di qualche nf- flcio: e Fanno a turno: — Quando viene il mio turno avvisami:— Si adunano a turno il tribunale civile e_ilcr1mi- nale:— 0ggi è il tnrno criminale.» || E in questo caso, vale anche I giu- dici stessi: cE presidente del t_nr_no eivile.» || Medico, Chirurgo, e simili, di turno dicesi negli Spedali il Me- dico, il Òhirnrgo, al quale spetta per quel dato periodo di tempo (il pre- stare i suoi servigi. HA turno, me- glio direbbesi A vicenda, Vicendevol- merda-Dal fr. tour. '

Turpe. ad. Eccessivamente disone- sto e vile: e Questa è un'azione tur- pe: — Uomo di turpi costumi:-gttt_i e parole turpi.) i] Uomo turpe, si dice di Persona svergognata, e pronta ad ogni più vile e scellerata opera.- Dal lat. turpis.

Turpeménte. avo. In modo turpe: s Si portò turpemente al suo solito. r

Turpézza. s.f. astr. di Turpe; L'es- ser turpe: «A tntti è manifesta la turpczza di tale azione.» _

Turpilòquio. a. m. Il parlare diso- nesto e lardo, Oscenità nel parlare: x In una cittadinanza civile non vi dovrebbe esser il turpiloquio:-La legge dovrebbe punire severamente il turpiloquio. n — Dal basso lat. tur- piloq‘uium.

Turpitùdine. a. f. L‘esser turpe.|| Costumi, atti e parole oscene, diso- neste e vili: s Le sue tnrpitudini sono infinite. »— Dal lat. turpitudo.

Turribulo. s. m. Vaso d'argento, o d’altro metallo, pendente da tre ca- tenelle, sulle quali scorre il coper- ehio; e si adopra per ardervi l'in- eenso nelle funzioni ecclesiastiche." Menare attorno il turribulo, dicesi flgnratam. per Adulare questo e quel- lo.— Dal lat. thuribulum.

Turrito. ad. Che ha più torri, Che e munito di torri: «Le turrite mura: — La turrita corona d'Italian-Dal lat. tnrrîtua.

Tutela. a. f. Protezione, Difesa: sQuella fortezza è eflìcacissima tu- tela della nazione: — Invoco la tutela della legge:— Qnesta edizione è po- sta sotto la tutela della leg e.n|| T. leg. La cura di un pupillo, a data dalla legge o dal testatore ad alcnno, il quale addiviene per ciò suo Tutore; e dicesi anche L’nfficio stesso: e Ha dovuto aecettare la tutela del mar- chesino C.n— Dal lat. tutela.

Tutelare. tr. Proteggere, Difende- re, Assicnrare da ogni pericolo: ma si usa più spesso nel flg..- «Tutelare i proprj interessi:— '1‘utelare i citta- dini della propria nazione. r || rifl. As- sicurarsi contro cheechessia. Part. p. TUTELATO.

Tutelàre. ad. Che tutela, Inteso a tutelare: «Leggi tutelari dei nostri diritti.»||Dèi tutelari, erano per i Romani Quelli che avevano la pro- tezione speciale di un popolo, di una città, come Minerva di Atene, e -.— — Dal basso lat. tutelaria.

Tutore. a. m. T. leg. Quegli che o per testamento o per legge e depu- tato alla difesa, custodia e cnra del pupillo e delle sue cose: «Il tutore è come secondo padre al suo pupillo: — Il tutore e le pnpilleJ-Dal lat. tutor. (lat. tutrix.

Tutrlce. fem. di Tntore.— Basso

Tuttavia. avv. che indica durata di tempo estesa al preseute: c Cominciò nel secolo passato, e dura tuttavia. n II Ha pnr forza avversativa, ed è lo stesso che Nondîmeno, Con tutto ciò, Pure, ec.: s Fu avvertito del pericolo, e tnttavia ci volle andare:— Non è bella; tuttavia e assai piacente. r

Tutto. ad. che, riferito a quantità continua, vale Intero: «Ha consumato tutto il patrimonio: — Non ne voglio una parte, ma lo vo’ tutto: — Tutto l'esercito fu messo in campo: — È rovinato tutto un piano della casa.» || Detto di cose morali: s Qui ci vuole tutto il sno giudizio:— Con tutta la buona volontà del mondo non ha po- tuto far nulla.) 1| In forza di rosi. Il totale, L'intero: s 0 tutto o nulla:- Chi vuole il tutto spesso non ha nean- che la partc.n|]Rif. a quantità di- screta, vale Ogni, Ciascuno, Ognuno; detto tanto di cose quanto di persone, comprese nella stessa classe, ed usasi nel pl.: «Tutti gli uomini sono mor- tali: — Sbrigò tutti i suoi afi'ari: — Oggi tutte le cose mi vanno male: - Chiamo a se tutti i suoi scolari: — Ha tolto di mezzo tutte le cagioni di discordia. u» || In forza di aoat. pl. Tutti coloro dei qnali è parola: x Domando se la pro- posta piaceva loro; e tutti dissero di sl. 3 Il In modo asml. Tutti gli uomini; ma spesso nsasi con senso alquanto esteso: s Non tutti sono onesti e leali: — Non tutti in questo caso avrebbero fatto lo stesso: — Tutti siamo soggetti alla morte: — Tntti si può sbagliare.» ||Preponesi familiarm. al nome nu- merale, interpostavi la partieella E: s V'erano tutti e cinque:— Glieli ho dati tntt'e cento.» Alcuni non to- scani credono di toscaneggiare di più, interponendovi l'A, come: «Tutt'a tre:— Tntt'a sei, ec.: ma è maniera che ha dello zotico. II Tutti, termine di musica, a denotare ehe Tutti gli strumenti i quali compongono l’or- ehestra debbono eseguire un dato passo del componimento mnsicale; e distingnesi da Solo. || Tutto, prepo- ncsi a Quanto, ed ha maggiore etti- cacia a denotare l'intera quantità. cosi eontinua coine discreta: c Girù tutta quanta l‘Italia: -V' erano tutti quanti.» || E pure con la stessa efii- cacia preponesi agli adiettivi Intero ed Altro, o agli adiettivi possessivi: s Lo volle tntt'intero:— E tutt’altro da quello che mi disse:— tutto suo. s || Preposto o soggiunto ad nn adiettivo, prende come forza d'avo. e vale Inte- ramente, In ogni parte della persona o ,della eosa nominata o. sottintesa: s E tutto bello : — Tornammo tntti spor- chi dal fango:— — Ha il viso tutto ne- ro, ec.: “Esser tutt’uno, vale Esser una cosa stessa: c 0 finto o ipocrita è tutt’uno.) “Esser tutto cosa d'al- cuno, detto di persona, vale Esserglî all'atto devoto e far quello che egli vuole: «Prima ne diceva male; ora è tutto eosa sua.) Il Essere il tutto in qualche ujficio, amministrazione, fac- cenda, e simili, vale Avere in essa tutta l' autorità, il potere, ec. H Detto di cosa. Il sostanziale: s In ogni af- fare ci vuole onestà: questo èil tutto.» || Tutto il giorno, Tutto di, che mcglio si scrive congiuntamente Tuttodì, vale Continuamente, Del continuo. H Tutto che, e meglio Tuttochè, vale Quantun- que, Sebbene, Benché.“ Con tutto che, Nonostante che, Quantunque.|| Con tutto ciò, Con tutto questo, Nonostante, Tuttavia, Nondimeno.l|Al tutto, Del tutto, In tutto, e con più efficaeia, In tutto e per tutto, vale Totalmente, In- tieramente, In ogni parte, Atîatto." Per tutto, Da per tutto, In ogni parte di un luogo, ovvero In ogni parte del mondo: c Gli nomini onesti sono sti- mati da per tutto:— Entrai in qnella casa: per tutto pianti, gemiti e la- menti.) || Tutto a un tempo o in un tempo, Tutto a un tratto o in un trat- to, valgono Subitamente, Improvvisa- mente, ovvero Istantaneamente “Era- vamo a desinare, quando tntt'a un tratto si senti traballare la stanza. t — Dal lat. totus.

Tuttochè. V. TUTTO.

Tuttodi. V. in TUTTO.

Tuttora. avo. di tempo, lo stesso che Tuttavia, nel primo signifieato: c La febbre cominciò ieri sera, e dura tuttora.»

Tùzia. a. f. Qnelle incrostazioni che si formano nei fornelli, dove nelle mi- niere si fonde lo zinco- e si nsa eome rimedio esterno. 7- Dali’ arabo tutiya.

Tuziorismo. a. m. Professione in morale di seguitare la opinione più sicura, attenendosi alla più stretta interpretazione della legge anche in confronto di più probabili motivi, che persuadessero l'opinione favorevole alla libertà.— Dal lat. tutior, comp. di tutur, Sicuro.


U.


U. Lettera vocale, diciannovesima del nostro alfabeto, e si fa più spesso di genere m.

Ubbia. a. f. Pregindìzio snpersti- zioso o malaugnroso: «Riso ialevar- gli dalla mente queste ul) ie:-— Son tutte ubbie. n || Ripnguanz Avver- sione a far checchessia: s ho ub- bia a andare in quel |nogo..

Ubbidiènza e Obbediènza.s./‘.L'ub- bidire.|| Volontaria sottommissione di spirito a’ comandi de‘ superiori, alla legge, ec.: «L’ubbidienza è santa: Primo dovere de lî scolari è l'ubbi- dienza. »|| U’bbi ienza cieca, Ubbi- dienza passiva, dicesi per L'ubbidire gli altrui comandi senza curarsi se siano buoni, onesti, o no: c Vogliono nn' ubbidienza cieca, ne permettono che si discntano i loro attinllPar- landosi di religiosi, vale Cosa coman- data in virtù dell’ubbidienza. || E di- cesi pureL'ordine, o Licenza in iscrit- to, data dal superiore ad un religioso, di trasferirsi in qualche lnogo.| Ave- re alcuno alla propria ubbidienza, Averlo a se sottoposto ll Fare l'ub—