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PURPÙREO. | — 971 — | QUA. |
riferiscesi nel parlar familiare anche a cose non buone per significare la loro vera natura, come: «Cotesta è una pura invenzione, una pura calunnia, bugia.» ||E per Semplice, Solo, e simili: «Non chiedo che il puro necessario:— Lavora per Il puro mangiare.» — Dal lat.purus.
Purpùreo. ad. Che è del colore della porpora. È dello stile elevato: nondimeno più spesso si direbbe di labbra, di guance, e simili. Più comune è Porporino. — Dal lat. purpureus.
Purulènto. ad. Marcioso, Che ha qualità di pus: c Cola dalla ferita uua materia purulenta: - Ulcera puru- lenta. r-Dal lat. urulentus.
Purulènza. s. f. ’ . med. Materia che ha qualità di pus, o che è mescolata con pus: u Nelle orine c'è della pll- ruleuza. n
Pus. a. m. T. med. Marcia che si forma negli ascessi, nei fiemoni, e si- mili malattie infiammatorie: cGli aprl il tumore, e ne uscl una catinellata di pus. x-Dal lat. ua.
Puiignare. intr. augiare qualche cosa di appetitoso dopo cena: c I no- stri antichi ceuavano presto, e sole- vano qualche volta pusignare.» Ma è voce oggi presso che disusata. Part. p. PUBIGNATO.
Puilgno. a. m. Pasto che alle volte si fa dopo ceua per pura ghiottornla. Voce, come la precedente, oggi quasi disusata.— Probabilm. dal lat. po- alleni-"m.
Pusillanime. ad. Che è di piccolo animo, Che di ogni minima cosa teme, o si turba: c Non ho mai veduto per- sona più ,pusillanime.» ||E in forza di cast; «E da pusillanimi il desistere ora dall'impresa. a — Dal lat. puaillus e animus.
Puiillanimità. a. f. astr. di Pusilla- nime; L' esser pusillanime, Viltà e piccolezza di animo: cLa pusillani- mità è il contrario dell'animosità e del coraggio.»
Pùstola. s. f. T. med. Bolliciattola pieua di pus, che viene alla pelle: «L'olio di croton tilion fa venire le pustole: — Le pustole del vaiuolo, del lattime ec. x — Dal lat. pastula.
Pustolétta. dim. di Pustola: cGli è veuuto un‘infinità di pustolette sul petto, seuza sapere per qual ca- gione.»
Pustollna. dim. di Pnstola.
Pustoloso ad. Che ha delle pu- stole: c lla. il viso tutto pustoloso. t
Putare. Verbo latino, del quale ci è restata una voce uel modo popolare Pula caso, Pula il caso, o semplice- mente Pula, che vagliouo Supponia- mo, Per ipotesi, Per esempio, e si- mili: cSe venisse. pula caso, che gli si dice? n
Putativaménte. avo. In modo pu- tativo: u l’utativamcute era llgliuolo del Conte B. s
Putatlvo. ad. Aggiunto di Padre, e dicesi di Colui che tale e reputato, ma tale non e: c San Giuseppe fu il padre putativo di G. Cristo. n
Putifèrio. a. m. Qualunque atto o condizione sconveniente, contraria alla morale, alla civiltà, ec., e spe- cialmente se intervengano grida, ro- mori, ec.: «Quell'aduuanza e stata uu vero pntiferio: — Quclla casa è uu gran putiferlo : — Per ogni pieeola cosa fa un pntiferio. r — Voce familiare.
Putròdine. a. f. Lo stato e coudi- zione della cosa putrefatta: c La pu- trediue impedl che si potesse cono- scere la qualità delle ferite per le quall era morto.» H fig. Grande cor- ruzione morale: «In questa uuiver- sale putredine nou sorge più fiore di gentilezza e di cortesia, ma sozzi pensieri e opere più sozze.n— Dal basso lat. pntredo.
Putredinòso. ad. Che ha putredine, Che è pieuo di putredine: cPia he putredinose.» Più spesso si dice u- trido.
Putrefare. tr. Alterare e corrom- pere la sostanza di un corpo in modo, che prima si zuppi di umido, e po: a poco a poco si guasti in tutto e si disfaccia, generando spesso vermi ec.: c L'acqua continua e il calore dell‘at- mosfera putrefanno le frutte.» || fili..- c Nell’estate i cadaveri si putrefanuo in poche ore.» Part. p.PUTREFATTO. ||In forma d’ad. Lo stesso che Pu- trido: cMangia carne uasi putre- fatta. 2- Dal lat. pulre acere.
Putrefaziòne. a. f. L’atto e L'ef- fetto del putrcfare e del putrefarsi: c La putrefazione dei cadaveri si fa presto al caldo:-E già in istato di putrefazione. n
Pùtrido. ad. Che è putrefatto, Che è iu istato di putrefazione: cMau- giano carne quasi putrida.» || Febbre putrida, chiamasi quella che pre- dispoue gli umori alla putrefazione, ed è febbre mortale-Dal lat. pu- tridua.
Putridùme. a. m. Quantità dî cose putride e corrotte: c Sta tutto il gior- no in camposanto a maneggiare quel putridumeJllfig. nel senso morale: «Non si può tollerare il pntridume della presente società.»
Puttino. dim. di Putto- ma si nsa solo per significare un Éanciulletto o scolpito o dipinto: «Rafi‘aello la- vorò anche di scultura, e ci resta di lui un puttino.»
Putto. a. m. Fanciullo piccolo; ma nou si usa se nou parlando di fau- ciullo dipinto o scolpito: cIu fondo al quadro ci sono due graziosi putti: — I putti del Correggio: - Il putto del Pampaloni. a — Dal lat. putus.
Puzza. a f. Lo stesso, ma men eo- mune, che Puzzo.
Puuàceio. pegg. di Puzzo; Pnzzo assai spiaceute: «C'e uu puzzaceio che ammorba. D
Puzzare. intr. Rendere puzzo, Dar male odore: «Gli puzza il fiato:- Questa carne puzza:— Puzza che ap- pesta. a H Puzzare di checcheau'a, vale Rendere, Mandare, puzzo della cosa nominata: c Puzza di sego, di sudore, di lezzo, di caprino, ec. a u . di cosa non pagata, ma presa a de ito si dice suherzevolmentc che Puzza d'inchio- stro, per significare che la partita di debito e sempre scritta al libro. 1| fig. Puzzare di erem'afls' bindolo, d’avaro, di birbone ee., Avere tanto o quanto dell'acceunata qualità.” Puzzare una cosa ad alcuno, dicesi familiarm. per Esserin venuta a noia: c Questa sto- ria mi comincia un po'a puzzare: la finirò io. a E irouicam.: c 0 bambino, ti puzza la salute ehP-Ti puzza lo star bene. a E snol dirsi vedendo che altri fa eosa da potergli reear dauuo. ||E sl dice che una eosa Non puzza quando e comoda e opportuna: c A questo fresco il pastrano non puzza: — Cosl sudato come sono. un bicchie- retto di viuo nou puzzerebbe punto. n Pari. p. Puzza'ro. — Dal lat. pulere.
Puzzerèllo. dim. di Puzzo: cC’è qui un certo puzzerello, e non mi raccapezzo di che.»
Puzziochiare. intr. Puzzare tanto o quanto: cQuesta carne comincia a puzzicchiare.» Part. p. PUZZIC- CHIATO.
Puzzo. a. m. Odore cattivo, che of- feude il senso dell‘odorato: «Sento un gran puzzo, che è stato?-Puzzo che ammorba, che appesta, che moz- za il flato:— Non ci si vive dal puzzo: — Puzzo di uua piaga: — Puzzo di lez- zo, di sigaro, di gas, di petrolio:- Quel lume fa un gran puzzo: — Quel vino sa di un puzzo spiacevole: — Ha preso il puzzo. x || Fare un puzzo di una cosa, dicesi iu modo volgare per Farne grave lamento, rimprovero, Farne molto rumore: cPer ogni pic- cola cosa fa un puzzo che mai.»
Pùuola. a. f. Sorta di grossa for- mica.||Ed è altresl nome di un ani- male simile alla faiua, che ha la te- sta grossa ed il muso acuto, il pelo di color castagna bruno, la bocca e il contorno delle orecchie bianco. Il Puzzola, nome volgare di Una pianta erbacea, che serve d'omameuto ai giardini, la quale fa fiori gialli e rossi di mediocre grandezza e prende il uo- me dal cattivo odore delle sue foglie.
Pùzzola. c. f. Luogo cavernoso o aperto oude esalauo odori fetenti e ppericolosi a chi li respira.
Puzzolènte. ad. Che puzza, Che da mal odore: c Materia corrotta e puz- zolente. n || Il medico pietoso fa la piaga puzzolente. V. PIETOSO.
Puzzòne-òna. c. m. e f. Persona da cui esce puzzo o per cosa puzzolente che abbia addosso, o per sudore, o per altro: cTirati in là, puzzone.» ||È anche ingiuria triviale, special- mente riferito a douua: «Ma cosa grida quella pnzzoua? o
Q.
Q. Lettera gulturale, la quindice- sima dell‘alfabcto, ed e di gen. m. e f. Si unisce sempre alla vocale U, ed ha suono schiacciato; ondc se all‘u segue un'altra vocale, forma cou cssn una sillaba sola. Delle altre eouso- nauti, nou ammette innanzi a se che il C, come Ac ua, Acquisto, ec.
Qua. avv. di uogo, e usasi coi verbi cos di quiete come di moto. Aceenna lnogo vicino a colui che parla: «Guar- da, dev‘esser qua: - Vieni qua: — Lo vidi qua. a Il Si congiunge con altri av- verbj, come Qua giù, Qua su, Più qua, Verso qua. ec.“ Qua, è modo ellit- lico di chiedere checchessia, come: c Qua la mano; Qua il calamaio; a ed è lo stesso che Porgctemi la mano