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GAL — 282 — GAL
Caliazza. Melardina, Reseda, Reseda luteola.
Caliero. Lo stesso che Galiero.
Califfo. Califfo. Fas. Ger. 17. 3. Califfo se chiammaje.
Caliggene. Caligine. Val. Fuorf. 1. p. 22. Doppo miezo juorno notte fecese, Tanto che nne fu denza la caliggene.
Calimeo. Ganimede. V. Ganimeo. Mart. Pat. Tonn. 2. 14. (?) Vo fa lo calimeo Lo viecchio vallaruso.
Calimma. Calore naturale della persona. Tutta la notte non aggio potuto peglià calimma. Cap. Il. 7. 30. Cossì vo Dio pe li peccate mieje, Che mo a ste bene non nce sia calimma.
Callacchione. Storpiatura di Caulecchione. Cerl. Dam. spir. 1. 3 Che modi callacchioni son questi?
Callo. Callo, Callosità. Ol. Nap. acc. 3. 61. Vanno cadenno comme chi ha li calle. D’Ant. Sc. cav. 197. Si mastro mio, no callo aggio a l’acchiette.
Fare lo callo o li calle vale Fare il callo. Fas. Ger. 19. 122. Be nce nne so de Perzia che lo callo Fatto hanno a l’arme. Ciucc. 8. 16. Ha fatto lo callo Chiù de na vota a fa sso volariello. Cap. Son. 61. E si a le botte nce aje fatto li calle. E 227. Aje fatto lo callo a st’alluccate.
Parte della trippa. Zezz. Papp. p. 6. La direttrice che sapea lo callo Canosce da la rosola.
La dodicesima parte di un grano, e vi furono monete di rame di uno, due, tre, quattro, sei e nove calli. V. Cavallo e Treccalle. Cerl. Clar. 3. 3. Quatto calle lo fuoglio. Gian. Ann. res. 2. 7. (?) No buffo Me daje p’ogne tre calle. Trinch. Corr. 2. 9. (?) Na prubeca, doje rana e quatto calle.
Non tenè no callo, Non tenè manco li calle che se jettano, e simili, vale Non avere il becco di un quattrino. Cerl. Specch. cav. 2. E Cronv. 2. 15. Lloco te voglio, si chille che stanno assettate pe li cafè teneno no callo. Pal. Scaltr. mill. 2. 2. Schitto mo non tengo no callo. Vill. Cal. 23. Non c’è no callo.
Fig. Piccolissima quantità. Viol. buff. 13. Non ha ncuollo De sinno e de vertù manco no callo? E appr. Che tre calle non ha de cellevriello.
Quindi No mmalere no callo e simili. Fas. Ger. 10. 1. Co tutto mo ca no mmalea no callo. E 19. 122. Gente de zappa che no mma no callo. Cap. Son. 122. Nè balite, ncoscienzia, pe seje calle. Vill. Cal. 21. Non valimmo chiù no callo.
Calloruso. Lo stesso che Caloruso. L’ast. inc. 2. (?) Che buò?… non t’azzeccare, Ca io so calloruso. (Cioè facile ad accendere).
Callosiello. Dim. di Calluso. Trinch. P. am. 2. 9. (?) Ma la giovane te pare Ventreciello de pollanca, Callosiello e tenneriello, Saporito a rosecare.
Calluso. Calloso.
Resistente al tatto, e soprattutto ai denti, come la trippa, i piedi di porco, ed anche alcune parti della persona, in opposizione a Floscio, Flaccido, Moscio.
Calluto. Duro come callo. Lo Corr. ded. (?) Addò credea de se scennere Meniello ch’è n’ancino saporito, è ncappata a Fauzopede che è no spuonolo calluto.
Calò. Varietà del Triticum turgidum.
Calo. Lo stesso che Cala.
Calo, trattandosi di liquidi o di materie soggette a disseccamento nel commercio.
Calognare. Richiedere al debitore il pagamento di rate scadute.
Calomma. Si usa nella frase Dare calomma che vale Dar la briglia sul collo, con metafora tratta dal linguaggio marinaresco in cui Calumare o Calomare vale Lasciare scorrere liberamente una gomena o altro cavo. Cuor. Mas. 1. 97. (?) Aveva fatto nzomma A lo pollitro comme fa se sole, A lo quale se dace la calomma Azzò che sfuria quanto potè e bole Pe nzi che la stracquezza lo sdellomma E ghire corrianno cchiù non pole. Pal. Viol. 1. 6. (?) Tu lo defienne Perchè te piace darele calomma Ed ajute li cane a la sagliuta. Bas. Pent. 1. egr. p. 146. Te dà pasto e calomma, Te dà viento a la vela. Pag. Fen. 2. 2. p. 232. Dammo tiempo a lo tiempo; Dammo a chisse calomma.
Caloneco. Canonico. Mandr. nn. 1. 4. Si be che frate fosse a Sciatamone, Rescie no gran caloneco a deritto. (Qui fig. per Matricolato)