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— V —


per coloro che si servono del vocabolario.

E primamente nei plurali femminili e in tutti i casi di raddoppiamenti accidentali, nelle voci che cominciano per j o per v queste lettere si cambiano in ghi e in b. Quindi il vocabolarista le dee registrare nella loro sede naturale. Anzi per le voci comincianti per v spesso accade che si possano scrivere anche per b; e sebbene io abbia usato di registrarle sotto l’una e l’altra lettera, pure debbo avvertire che chi non trova una parola sotto l’una la cerchi sotto l’altra, essendomi potuto qualcuna sfuggire.

Secondariamente, poichè nei femminili e nei plurali hanno luogo delle alterazioni nelle vocali della sillaba dove cade l’accento tonico, accade sovente che tali mutamenti avvengono nelle vocali della prima sillaba, e non di rado proprio nelle vocali iniziali. Quindi invano cerchereste, p. e., i plurali ossa, ova, corna, torza, ponia ec. e i femminili penta, nera ec. se non li cercaste sotto le voci Uosso, Uovo, Cuorno, Turzo, Punto, Pinto, Niro ec.

In terzo luogo, accade chela preposizione Ne o Nne (che raramente trovasi intera) corrispondente all’italiana In, gitta via la vocale e si premette e s’incorpora alla parola a cui va preposta; e se questa comincia con vocale, diviene nn (nnaria vale in aria); se comincia per consonante, generalmente rimane n (ncasa vale in casa); ma se questa consonante è b o p o m, diviene m (mbraccio, mpietto, mmano per in braccio, in petto, in mano); se è s, per lo più questa si cambia in z; se è v, le due lettere nv spesso divengono mm (mmeretà per in verità); se ò d, le due lettere nd si possono mutare in nn; se ò una s impura, si cerca di evitare un tale incontro.

Non spesso cede la sua n finale alla voce seguente che cominci per consonante, e allora hanno luogo cambiamenti simili a quelli qui accennati per ’N preposizione. Quindi no mmoglio per non voglio ec. Ogne molte volte fa prendere un n iniziale alla parola seguente che cominci per consonanf te. Ogne ntrillo, ogne nsera, ec. si dicono per ogne trillo, ogne sera ec. Così avviene anche per .

Or chi ignora queste alterazioni iniziali cercherebbe invano nel dizionario le voci se prima non le riducesse alla loro naturale schiettozza primitiva. In quarto luogo si presenta la difficoltà dei verbi pei mutamenti a cui va soggetta anche in essi la sillaba ch’è sede dell’accento tonico, e che per brevità chiamerò sillaba tonica. E la difficoltà è tanto maggiore, in quanto che neppur l’autorità degli scrittori la può risolvere, non essendo concordi in taluni principii. Nè è da maravigliarsene, quando vediamo anche in italiano pregevoli scrittori contravvenire alla regola del dittongo mobile, su cui ormai tutti i buoni grammatici sono d’accordo.

Or dunque in napoletano la sillaba tonica va soggetta a mutamenti nella vocale, or mutando o in u o in uo, or e in i o in ie; e potendo quella sillaba essere la prima della parola, ognun vede quanto ciò influisca sull’ordine alfabetico. Ora in molti di tali verbi è difficile il fermare quale vocale debba avere l’infinito quando in esso la sillaba tonica cessa di esser tale. Presenta inoltre l’infinito