Pagina:Vocabolario del dialetto napolitano (Rocco 1882, A - CAN).djvu/11

PREFAZIONE



Quando venne alla luce il Vocabolario Napoletano del mio amico Raffaele d’Ambra, fui sollecito a farne un annunzio bibliografico: troppo sollecito, perchè di un vocabolario non si può giudicare a prima vista, e bisogna o leggerlo da capo a fondo o almeno farne lungo uso. Io dunque ne feci molte lodi, feci alcune osservazioni, presi in queste osservazioni qualche granchio, e poi quasi per divertimento mi diedi a studiare per entro agli scrittori napoletani coll’idea di fare delle aggiunte e correzioni al lavoro del d’Ambra. Ma la materia mi cresceva talmente fra le mani, gli errori che vi scopriva erano tanti, che vidi doversi fare il lavoro da capo. Non me ne sgomentai, sebbene in età in cui più si trova vero quel di Orazio: Vitae summa brevis Spem nos vetat inchoare longam. Ed ecco il disegno che mi proposi d’incarnare.

1. Porre per fondamento dell’opera il Galiani1, il de Ritis, il d’Ambra, e poi tutti quei lavori in cui si è cercato d’illustrare il patrio dialetto, come a dire l’indice dello Stigliola, le note dello Zito, del Fasano, del Mormile, del Quattromani. Non si dovevano poi trascurare gli altri lavori lessigraficì e le così dette nomenclature sebbene assai poco ci sia da spigolare, e sebbene siano lavoro di gente che non sa nè l’italiano nè il napolitano, salva qualche rarissima eccezione.

2. Spogliare tutti gli scrittori del dialetto, compresi i comici che in tutto in parte ne fanno fare uso ai loro personaggi.

3. Raccogliere dalla viva voce della plebe parole e frasi per riempire i vuoti che ancor rimanessero.

Tutto ciò è assai facile a dire. Messomi all’opera, trovai tutto difficile. Lasciatemene dire qualche cosa.

Il Galiani è un guazzabuglio. L’ordine alfabetico non è per nulla serbato, e sotto ad una voce sono date per sinonimo molte altre che poi mancano ai loro luoghi. I varii significati vi si affastellano senza distinzione alcuna. I pochissimi esempii che vi si adducono, talvolta non hanno neppure l’indicazione dell’autore, spesso non hanno l’indicazione del luogo. I pochi articoli scritti proprio dal Galiani sono graziosi, ma per lo più erronei e lavorati di fantasia. Quello del de Ritis è certo miglior lavoro, ma non va oltre la v. magnare. L’ordine alfabetico non

è serbato con esattezza, e spesso

  1. Continuo a dar questo nome al vocabolario compilato da Francesco Mazzarella Farao, dove ben poco c’è dell’abb. Galiani.

RoccoVocabolario napolitano.