Pagina:Vocabolario degli accademici della crusca 1623 - A.djvu/112

v - ·»!>-it , L gwz rt ,, 1. -.2: = 1 1 ;ltramen:ì5 eheacamminanti vna rnontagna afpraae erta · Ei A s s A 1 B EN E anuerbia n1·'Lol¥eil”0,,che'A's s A·h,l`1`lLl. ha al- 3 1 = , num.;: se io mxeñipumto oneltamentcgrperaltrapartc , mc.- . giunto più di.Forza.iB0cc·n-3 · 1 · Già, e d*Iddi0 ,e dellaveri- Y 1 . I ~nomi;lquello,che'10.deiidero,chepercosi afprofentiér0,co— A '° ra della noflra fedegadai benellato d¤tt¤~]B ni17·3 8. Doue . _ - A ; A .· mie fiaquelloicioèlagimeuolc,co1npaflitmeuole,e dolorofoj ' ella volelfe, alibi bene di1ciòl7aiuter¢bbe`a`; w « · g' `» . Z » _ A [ j?erauller0,1·igido,'rigoroio ·.Lat· dum: , auůqruraraigidur , ,,A 55 Au M mv; o; g1j'afì`alire.I.até¤ggr¢WX·5a/?;4!f¤¢·_PaH`au·1’xiol· '« ' . तr¤¤9Bocc.n.3zt.ç. Comincioafar, perlembianti, vn'aipra,‘ · Per aliìtlimento de' crudeli Pira ·"S€¤àP1ll·(J¥3Z10,ll.<l¤¤le fu ~ · ' .‘Vlt3-COlh€P2D»IDñ'C«ij·A`CClCCCh'€gli«PálJ d’àipra vita,p0r- chiamato.C0cléè,.l'0flenne1l’ail`È05€~llůll'3ll!Tl¤¤€0 ¢l9’~¤€1fnlv‘ Q ' ra licapell1—grandi,· perparerejche non euri delle dilettazioni I A 2 cir M. V.1 .1.. Volgendofifverfo Mezzo giorno ,~C0n piů Zdpl'0 1 temporali', e corporalp Bocc.in. 57.·z.iFu·gxà· vn0 lla, tuto non · aflìlimento., cheůirto lc parti Settè11tti!0n3.l1·%, Com- Bil'; ·33j — ` — meno biafimeuo e , che afpro. Da afproçzxs PER .1 GN 0, che ~ ~ . vuol dire, che perli continui allalimenti del freddo,-ec-;. ·v«, . « ' ' ha·dell’alj¤r0· Dau.cult.'E taglia imlpi bene, acciocchè lI'€l`C1V A 5 5«A L I·R?E . 1 Proprinmen te andareallal'v0l·ta dichi che fia , '· · _ un certo umore afprigno , e rodenre1,.che· ilvino fa tirato . non animo rifolnto .dPolìèndere..Lat,ì~i¢ddrr¤, aggr¤4¢··Q·Y 1-.1 2.- . i ‘Per¤r0zzo , rzotico. Petmzanz. 9. 4· ~Poichè’l Sol- s‘aiìonde , .. 6e.1,. La gente del Re d’Inghilte1¢ra fubittamente aflaltronoi . $u'l-durolegno, e forto l’a§>re gonne.Dan·rime- Cosi nelmio Frrmeefchi. Booe.n. 1'1··4}·· Aociocchè egli dall ’v¤¤f¤r téçon parla! voglioellere adn'0. ' · ‘ · È ` . le [uc &1rze«difcendeil`e,ed`egli, e011'l€»l`¤C, lhllhllfůb 8 dallìnl- ` A 5 mt ON B ATTV TI anuerbizilmsolleciriHiman1:tnre,fpac- na . E n.g4:1,. Dilfero ;iee!ì`cre, Comm alla Edelorodam · ciatiilimamenre. L ¤¤Zmimè.g¤¢¤m ciryñmìw ‘G·V-8.5 s. 1 4·C0n dal Re, da loro affaliti. E 11. 1 1.6- Veìgendo l’0ra tm'da,€`l,luQ+ i fuagenre il ñzguirono, l’vno appreffo l’al tro ,21 ůrron battuti . . go folitario e ehiufomfalirolo, i1*ru_ arono.ec. Il fante diiki- - o' e i-T;tì1cSacch:eEoosifalito.a eauallo,o Aaron battuti n’andò al naldo , veggendolo affalire , ec. ( Permerafora . il occ- , A4- pnlagio de' Priori. E, in queiìo Iignilìeato'diciam0.anche , A · Pieramente alfalito fu dalla concupiůìenza carnal ‘Dat1·;ln£" i ` ·rv'r·rA BRIGLIA, A ·rv·r·1·A o A xt xt 1; RA, A ` e.,.Neñamm.1d'efto' dionon1n'aH`ale.Petr can.«1&·6.; - ` 'xv T T0 C 0 R s 0 . · A Però,lafl`o conuienñ, Che·l*ell'ren10 delŕil`0 ailagli ilpiamo. , A ·sQ' A R c t A s AC c 0 .auuerbialmsGuntarea fquarcia (ao _ _ A 5 SA 1,1 ·r A . Aillalimento. L2:'. ¤gg«W?·*Fr~ Iac.11 Lcçperuçr ` .. « · eo , che più comunemente diciamo A srtu A c c 1 A —.s A c- fe poteiìadi Norme facciano aflallta ··=»1 · . ' “ 1 «; in , , C 0 :1 con villa br’rrbe1‘a,arrrauerfo , e con mal- Piglio·Lat· Y'"- A so A L IT 0 Ik E verbal mHllZ·'Ch€¤[li1llů€> ŕ"’=’“F'* -`”£$"¥W" 7' , ` adr wdir ¤n>i¤¤@, ww ¤¤m.mm..Pa1aŕHo s.B1·.Rimira a Riuar- Q;oee.n.4§€6. Voggendoii mol romeno degli·aH`alitori.c0mìn-1 , cia fàçco la mau'igna.Fran·Sacch1E le la marrignal’aueuapri- ; iat-ono a fng¤i1~e. E g.4.ŕÈ6. E a’mieiallàliro1·ilauellandoadi- · ` ma guardato in cagneico , ora lo uardò a lquarcia lecco · co [cioè mordi tori, e detrattori]. . . - . . , · . 1 f` ` . A 5 sb · Spezie d'erba, dellaqual vleá 'Dioicor·M.Aldob.Rec· A_5 5 A 1, ·rA M ,12 N 'ro . L’alì`altar<>»Lat.a=wngr¢¤¤,aggŕqů"w..Liu. 5 armoniaco, Erapino, bidellnoppoponarog ;1loè,f:1rc0colla, ° M. Romolo gli cacciò disì gran vigordpchfegli vcciů ll.Re— j . ' alla, ieme dii denza- 1 ' ‘ loro, e pofcia manonìifela Ci tra ,'cla;p1‘e1e, nel prima alfal- ' A s s A G G 1 A M E NT 0 . ],’aii`aggiare. Lat.d¢'g1¢»zri0 , dvlilwfim tamento, ` . .: :' 1 . _ · ; ft 1 · l Teolo?. miilic. Lafcia più :1mpi;1,e più certa cognizionceper A 5 5 A 1, ·r A 1; 11 A 5 5 A 1, 1 1t E. Buti. Neñamma dklloincen- · È I · elio afliaggiamento ,~ che non era quella cognizione, ehcan- dio non mhzliale [Cioè non |'l'l'.°lll~21Èl(3.] 1 ` · . . , 2 ` ' ; l daua innanzi al giallo- Mor.5.Greg. Effendo ella palciuta del- A 5 5 A 1, ro. Lo ftelfogche afl`:1l·tatr1ento, mapiùrfrequente nel- _ ` le ricchezze delle parole , ella im prende corale allaggiamem l’v[0. Lat.aggwy;7¤ , afulrur. Sen- Pill. Orazio, il quale iii chia- to.Sen.l’ill. E teneami appagato di darti quan vn gu1to,e vno mato Codes , (olìenne Palfalto , e Palfalimento de' nimiciv ' allaggiamento delle cole. · _ Boco, n. fg. çandiamo a darpli briga : e , iprodati i cauallil 2 , ,— A s s A c; 0 1 A R E . Proprinmeme gullar leggiermente di che guifa (§vn'afl'alt0 iollazzeuo glirfurono ,Primalche egli fe ._ che Ha, per [en time illapore. L. deg»«!?m,l1w«.·r, d¢·lib.¤r¢· Boe- nunnedelfe, (opta. Dan.·In£c.9. Mal non vengiammom Hé- n· sc- 1 4-non 1’l10 trangugiata , anzi non l’ho pure alìaggìata · A &ol';1ffalto· Pet.Son.·1 1 7·Q[l€ll0 vn foccorfo trou0,tra gli a£ I E n.51·7. Io fo non meno ben mefcere , ch’io fappiainŕorn:1-' falli damore . E $011:1. Però 'turba2:a.nel primiero aiìalto . ‘ re, e non alpettalle voi d’afl`aggiarne gocciola. G .V-1.44-2.- ll Guid. G - quelláilalto , che néllé vìůìnilñ non È 1'lCOW0'C0lì · qual vino , et li Signori di la, alfaggiato , parue loro molto molto efaminamenro di Configllv, 1perfol`pigniment0`dçll1 A buono. T z- s. Ne metterei vn poco in vn vafcllo , con fnpei-bia, è (ubitamente menato 2 fatrinrepehtini. 1 j ,; 2 ;« J; " ' acqua dolce, epoil'aiT:1¤geraiconla lingna.Dan.Purg.z·C0- A 5 5 A N 11 A 1; ,1;, che i11difl"efentemente diciamo 2HChC.'ÀZ~ me colui, che nuoue cole affaggia. ( Per meta£ ten tare,`veni- . Z. A .1.1 N A 1; 5. Aŕferrar che che lia con le zanne, e llrignerc · E · re :Eimento.I,,m¤m. Liu. M. Appio alla gia d'auer lap ulcél Lat. demiéusmrzperé.Dan.Ini.c·}0&I.'vn1-çlunlè a'Capocohi0> S . la p d0ni,e per priegl1i.M.V.1.88. E añgggiaro per più vol- ed in fulnodo Del collo l’all`annò· filfer imil. Arrig·la°;quale . te dello affalto degli Vngheri , oonloro dannaggi o , il Re co- la chiara opera , con rabbiofo dente ;·afl"anna..' '1`I Per merab _ nobbe , chehon la potea vineerper forza . Guid. G. E eoqi, D11')[·ll'1ltC·]8· E quello baili della primavalle Sapcre,edi co « preie le coma , alloggia di malmenare i buoi, per vedere le , 1or,el1e’n i`e.à[l'anna· Bunmorde con pena. Ptìrg. c- 14; Come _ calcitrofi,refiflono.;£ diñapra. E yl timamente domanda d’;1f· —· all’annnn zio de’ ñxturi danni . · Si tur all vifo di colui , ch’aP p faggiare gli ordinati pericoli del vello dcll’0ro.( Diciamo al çolta , Da qualche parte il periglio l’afìEmnià' · . , ‘ ` ' ' · laggiar l’0r0, che è fare il faggio della bontà di [ualega,ò con A 5 5 A 1· 1; R5'. lo ftello , che A A P E-R E., ne mai li truoua , fe 1 la coppélla, o con altro- Lat. prmulum fame . - . non clopoilverho r A 11 E; della cui ortograñavcdi Salu· au- À s s A G G I A TO R E · Che affaggia coll.Ah·Ifac.E Fatto lola- ucrt. lib;;.parric.3.car.3o4= Fare aflapere. Lat. rrrriarcmflw. ' mente vn toccatore, callaggiatore delli fpirituali ientimenti. — rr. Bocc- n. 1,3. 1g. Io non lo qual mala ventura gli.i`;1ceIl`o:1lÈ A s s A 0 GI A TV 11 A. L’afl`aggiare.FranciSacch·Faccendo vna fapere, cl1e’l marito rnio.:md:tfl”e ierinattinaa Genoua. G- V. È - aflaggiatůra di tutti quelli grappoli. ~ . 1 9-319:2- Se non che perimie, inñn di Firenze, glifufatroail 1 ' ` A s s A G G 1 o. 'I.'2ll2lggl2I'é· Lat. ůrriŕnm . Fr.-Gio1·d· Salu- E ‘ j}1pere· V _` ‘ ° —_ .. r ' però i fanti huomini , in quelhtcittzi , hanno gia Vl1'.’1ll`l1gglO , A 5 5 A 1= OR A 11 Et Afl`.1ggiare.M·Cmo‘R1m.Io fol conofco 11 ' _ · vna parte, vn ramo di quella gloria. Collaz. S.Pad· (walum contrario del mele , ch’1ol’alTaporo,ed<honnepienle quarte · · . que G1 quegli, che, 0H‘e[o per aflaggio di poco oibo,ec. · q Per metañ Fr. Guitt. Rlm..E dice:1lcun_;ch’e duroge añzro, _ _ A 5 sA 1 nome- Lollefìb, cl1e’l nome M 0I;T0· Latin. mu/ru:. Mio trouato allauorare ·`M01’· S-Greg. Dentro'al;cuor~loro ‘ · Bocc. Im:r0d·n·z. 1 . E allai n'erano, che nella ilrada pubblica , nffapori quella cofa , laquale alli nialuagŕniente riluona nella. V Q ' odi dì , o di notte fìniuano . E n. 1 7. 61- In allai cole per te, mente. *M.Rina|d0 allaporauale paroledel Sììì’áìÈlñ}'Èfli§'VlÈV ' i madi pevgio, olleruaiilorcoilumi . E'g·6·£14· Aflai di be; , non necade[ci0è dama orecchie,e artenraniente afcoltaual ` ne , e di lbde ne diflero · E n. 14+ i- gnlligato dal primo dolor A 5 $·As 5 1 N AM E N T 0. L’afì'afIin:1re. Firenz. A£ d’orojpiaQ__ . Q dellaperdira, conofcendo , dregliaueuzi ailai. E n. 6o. 4. di- - lequello', che_fi_<jglledi quello loroglììiflìnaineriro. Edile- · mandare , ec. del vollro grano , delle vollre blade , chi po- ' anim. Mllleŕuberie, mile omicidi, niilleiailàilinamentisac- 'c0,echiaiTai`· ~ . caggionw ` - ` ·· « ‘ ` < V - A s s A x auuerb. A baflnnza , Afuñicienza ,c M 0 LT o auuer— A s s A s s 1 N A A E . Ailalrare alla llrada i viandanti, pervçci· Q V -bio . Latin. hrfrrvdmm. Boeon.1.1 1. E vn giorno alfai vicini dergli,«e torlorola roba , e per ñmilir. d’ogni arr0ce_darin0 ,` ' A · 1 · · della camera, ec» Eco medeiimi cominciaronoa ragionare · ' cheiì l`accia·L. CmFm.Ditran1. Troppo llnreia dirti la.roui— , · Dan. In£c.1 1 . Ed io. Mae1lro,nll`ai chiaro procede La tua ra, · na,Ch’e’1"e de’miei,e come Caino; Bruto; Dopo tre.anni3in· , “ A ione- Petr· SOI1·I2.· E dico, anima, aflai ringraziar dei, Che lieme l’alTafl`i11a· ` 1 ° ` ' ` Erllhec- f Col Ègnodel lecondo cafotiuanti, vale- Di gran —A s s A s s r N A T 1 c 0 da all'afIìnare· Da aflaflino · Lat. Em. ‘ lunga, Molt0piů· A granpezz3.G,V.11,.1 ;g.5.Ma non com- A dnr0rtw,[>r4¢'0hi¤r· C0m.Pu1'g.$:'E'pE1'Z:h'é'l’ŕf[l dG " ' ~· _ · pariuanoin Ferrara , appoi Fiorentini ,d’aH`ai, di nobiltà , e · è con prodizione, ed ello per alfaflinifue 1norro.#‘ ' ' F , 1 1 · e À ' dorreuolezza . Liu. M. Ma non fu si ricca villa , come Ance, ·A 5 5 A s s 1 N 0- Cheallailinaglcheráno,Lgra/•’11ror,—l»1rarLD;In£ _. A 1 [ d'allai· Dan. In£1.9· Or·iì1 giammai , Gente si vana,~come la « C·Iè· Io llaua, come’lfrare , che eonfelI`a_I.o perfido aflallirìá '·'c' 2 , , Sanefe? Certo nea La Frnncefca? si d’afì"ai·Cron. Morell.Non q' Per quello,che arnmazza peridanarir- L·S£¢¤r§rrr.B_ut. Affaflì- l A A q . e ŕobbli are mii»per’ni11nfallito,aITai tiiñaegli parente [cioè ‘-noe colui,che vocide?ailm1i'pérññ1ñ“‘il T 29.2 la qua tra A J . 4 . 5 ancorchè molto tiiial = °· « - A · dimento fu [coperto 5 e gli a(l'alIinigiudieati,ad afpra morte · _ _ l ` J _ V' al 4 ŕ _ , ` . F _ " , ` V p 1. E G. 1

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